
La scrittrice e regista romana Elisa Fuksas
Conoscere davvero sé stessi e realizzarsi attraverso una crepa nella propria vita. Inizia da qui il racconto di ‘Buone notizie’, il nuovo libro di Elisa Fuksas. La scrittrice, attrice e regista romana presenterà il volume domani a Cesena dalle 18.30 nella libreria Ubik di piazza del Popolo. Elisa Fuksas, inoltre, è regista e attrice nel film evento ‘Marko Polo’, in uscita nei cinema fino a domani sera, prodotto da Fandango. A dialogare con l’autrice il noto attore cesenate Giacomo Garaffoni.
Fuksas, come nasce il libro?
"È il mio primo progetto a non essere catalogabile come autofiction, perciò è come se fosse una prima volta per me. È un libro che indaga diversi temi, come il fallimento e la realizzazione personale, degli argomenti presenti anche nel mio ultimo film".
Cosa racconta?
"Al centro di tutto c’è la storia di Lorenza, una cantante di successo che a un certo punto si convince di non avere più talento. Nonostante il mondo la riconosca per quella che è, Lorenza si affida a un fantomatico omeopata, una sorta di profeta ciarlatano. Questo le propone un viaggio nel tempo, al termine del quale sarà davvero sé stessa".
Che significa essere sé stessi?
"Sarebbe bello saperlo, c’è anche da chiedersi se a volte non sarebbe meglio essere qualcun altro. Per realizzarsi, secondo Kafka, è necessario distruggersi completamente. Da qui nasce la copertina del libro, una crepa in un muro. Solo partendo da qualcosa di rotto è possibile ricostruirsi".
Lei ha trovato la sua dimensione?
"Non ancora, è una ricerca costante che non finisce mai, finché siamo in vita, e che non dipende solo da noi. Lorenza stessa nel libro si trova a essere diversa anche per la pressione del mondo che la circonda, un universo in costante mutamento".
In Marko Polo, invece, di cosa parla?
"È un film che nasce da un fallimento. L’idea iniziale era di realizzare una pellicola incentrata sul mio libro ‘Ama e fai quello che vuoi’, in cui racconto la mia personale conversione religiosa. Ci sono voluti diversi anni per metterlo in piedi, e nel frattempo avevo scritto altre cose".
Come si è evoluto?
"Doveva parlare di Dio, in realtà ora è un film che si muove tra il fallimento, la fede e il cinema. Lo sfondo è diverso, ma senza volerlo sono tanti i punti di contatto con ‘Buone notizie’ Rispetto alla stesura iniziale, del mio vissuto personale sono rimasti la sincerità e la genuinità del sentimento. I fatti secondo me contano fino a un certo punto, dato che ognuno di noi può riconoscersi e dare un valore personale a qualsiasi storia, attraverso i sentimenti che uno scrittore riesce a evocare".
Ha già pronti nuovi progetti?
"Per adesso mi concentro sull’uscita del film e sulla promozione del libro. Ho diverse idee in testa, ma sono molto confuse, perciò le tengo al sicuro".