
Dalla parte dei più deboli Ausili e protesi, 80mila utenti assistiti dall’Ausl
di Elide Giordani
Se ne va in pensione con un rammarico l’ingegner Maurizio Patone, direttore dell’unità operativa Home Care e Tecnologie Domiciliari dell’Ausl Romagna, ma rivela anche un mondo difficilmente immaginabile dall’esterno. Il cruccio si riferisce all’impossibilità di rendere più corta la filiera delle consegne degli ausili terapeutici agli utenti attraverso la tessera sanitaria, da esibire in farmacia, dove è compreso il piano di cura; il mondo è quello diversificato e spesso sofisticato dei dispositivi che rendono gestibili le conseguenze di patologie, incidenti, invecchiamento. Si chiama assistenza protesica e integrativa. Si tratta di un elenco lunghissimo che racconta anche quanto l’ingegneria si è adoperata per sopperire la natura laddove non è più sufficiente. Nel catalogo ci sono stomie, cateteri, sacche per urina, ventilatori per la respirazione, bombole di ossigeno liquido, attrezzature per la nutrizione artificiale, pannoloni per gli incontinenti, poi deambulatori, carrozzine, letti a sponde, materassi antidecubito, arti artificiali, tutti erogati in base alla prescrizione medica. Un mare di ausili da utilizzare a domicilio che nella nostra Ausl Romagna servono a ben 80 mila utenti. E sono da capogiro le consegne effettuate su base annua: tanto per fare un esempio, vengono erogati pannoloni a 23 mila persone, 4300 ventilatori, 5 mila carrozzine all’anno in comodato d’uso, 3500 letti, serbatoi di ossigeno liquido a 1100 assistiti, dispositivi tecnologici a 650 assistiti con diabete tipo 1. L’Ausl è impegnata nella gestione di tutti questi dispositivi ma per gli ausili c’è un deposito, a cui l’azienda ha concesso un appalto da circa 2,5 milioni di euro all’anno, che provvede al loro recupero e alla loro manutenzione. Ma l’ingegner Patone racconta anche di una novità che avvantaggia gli utenti: la pubblicazione delle tariffe per i dispositivi protesici che ampliano la disponibilità di nuove tipologie, tra cui arti artificiali elettronici ad alta tecnologia, il cui costo, prima, era a carico dell’assistito essendo il precedente nomenclatore mai stato aggiornato dal 1999.
"Negli ultimi 8 anni - aggiunge l’ingegner Patone - abbiamo cercato di uniformare i sistemi delle quattro distinte aziende sanitarie che si sono compattate nell’Ausl Romagna mirando soprattutto a soluzioni, anche informatiche, che facilitassero gli utenti. Il nostro obiettivo era che con la prescrizione si potesse accedere direttamente alla consegna degli ausili senza dover passare dai nostri uffici".
Oltre ad aver riorganizzato l’Home Care, l’ingegner Patone ha partecipato, come direttore dell’Ingegneria Clinica, al trasferimento dei reparti dell’Ospedale di Forlì alla sede di Vecchiazzano, alla costruzione e all’attivazione dell’Irst, ed ha collaborato all’attivazione del laboratorio unico di Pievesestina. E nel finale del suo impegno attivo (che termina il 1° luglio) ha parole di stima nei confronti degli operatori della sua Unità: "Hanno dato l’anima, ed è tuttora vivo l’impegno per portare al banco delle farmacie, semplicemente esibendo la tessera sanitaria, quanto serve agli utenti di questo settore sanitario".