Fumogeni e petardi al Manuzzi ‘Daspo’ per cinque tifosi: stadio vietato per un anno

Tre ultras cesenati, un pescarese e un lecchese individuati grazie alle immagini della videosorveglianza in diverse partite. Pena appesantita per un recidivo.

Fumogeni e petardi al Manuzzi ‘Daspo’ per cinque tifosi: stadio vietato per un anno

Fumogeni e petardi al Manuzzi ‘Daspo’ per cinque tifosi: stadio vietato per un anno

Fumogeni e petardi ‘sparati’ allo stadio non sono solo folklore e coreografia, ma rappresentano un concreto pericolo per la sicurezza degli spettatori sugli spalti e dei calciatori in campo. Per questo l’introduzione negli impianti sportivi e l’accensione di ‘artizi pirotecnici’ è severamente vietata. E per questo il questore di Forlì-Cesena, Claudio Mastromattei, ha emesso cinque provvedimenti Daspo verso altrettanti tifosi responsabili di condotte pericolose all’interno dello stadio Orogel di Cesena. I fatti si riferiscono alle partite Cesena-Lecco (playoff della scrosa stagione) e Cesena-Torres, Cesena-Olbia e Cesena/Pescara di quest’ultimo campionato. I tifosi colpiti dal divieto di accesso agli stadi sono tre ultrà del Cesena Calcio, un lecchese e un pescarese.

Secondo le indagini, in un caso, il 30 marzo scorso, in occasione dell’incontro Cesena-Pescara, un tifoso pescarese si è introdotto all’interno dell’area di massima sicurezza dello stadio, dopo aver oltrepassato i tornelli e il primo controllo degli steward nella ‘Curva Ferrovia’. Ma personale della Squadra Mobile, unitamente a una Squadra del Reparto Mobile di Bologna, ha notato un rigonfiamento in corrispondenza della tasca destra del giubbotto. Da lì è scattato il controllo e il fermato è stato trovato in possesso di un petardo esplodente e di un fumogeno torcia, altrettanto pericoloso. Il 7 gennaio scorso, durante Cesena-Olbia, un tifoso cesenate responsabile della condotta pericolosa è entrato nell’impianto sportivo utilizzando l’abbonamento di un amico ma grazie all’esame dei tratti somatici ripresi dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza (completamente diversi dal titolare dell’abbonamento) è stato riconosciuto e identificato compiutamente. I ‘daspati’, tutte persone cinquantenni ad eccezione di un ventenne pescarese, sono stati identificati grazie alle indagini svolte dalla Digos e della Polizia Scientifica, avvalendosi delle immagini estrapolate dal sistema di video sorveglianza dell’impianto sportivo. Dei 5 ultrà colpiti da daspo, 4 non potranno recarsi allo stadio per un anno mentre il quinto, il tifoso lecchese, recidivo, dovrà rimanere lontano dalle partite per cinque anni.

re.ce.