
Pallone rosso contro la violenza sulle donne
Il calcio ha tante cose bellissime, è prima di tutto una questione di cuore, di chi sta in campo a sudare e di chi fa il tifo. I tifosi, appunto. Si parte da loro per raccontare Cesena-Reggiana, uno di quei derby sentiti da entrambi gli schieramenti. Lo dimostrano i 12.513 presenti che ieri hanno affollato il Manuzzi, e soprattutto, il calore che pulsava da tutti i settori. Eravamo alle cose bellissime del calcio, dunque. E ai tifosi. Quelli che ieri hanno accolto l’ingresso delle squadre con uno striscione in Curva Mare che non parlava di campionati da vincere, ma di diritti da tutelare: ‘Facciamo rete contro la violenza sulle donne’. E’ la testimonianza di una responsabilità che corre anche tra i gradoni degli stadi. Non è la prima volta, tanto più che il richiamo più immediato è ai recenti trascorsi tra le due squadre: quando Cesena venne sommersa dall’alluvione, gli acerrimi nemici ultras reggiani venero in città a dare una mano con le pale e l’olio di gomito e il popolo bianconero li ringraziò con un altro striscione. Questione di cuore, appunto. Ieri il cuore era in particolare tinto di rosa, o meglio di rosso, come il colore del pallone di gara, a ricordare il sangue. E dunque la violenza, quelle che le donne (come chiunque altro) non meritano di subire. Il Cesena Calcio ha fatto la sua parte, stampando migliaia di magliette della serie ‘tifositime’ distribuite fino a esaurimento agli ingressi dello stadio e indossate anche dai calciatori di entrambe le squadre all’ingresso in campo: ‘Nata per essere amata’. Alle donne è stato dedicato anche l’intervallo del match, con le ragazze del vivaio del Cavalluccio che, insieme ai protagonisti del progetto del ‘Calcio Integrato’, si sono sfidate in una serie di calci di rigore. Uno spettacolo al quale ha assistito pure Jurgen Klinsmann, in tribuna a godersi in presa diretta le parate del figlio Jonathan.
Luca Ravaglia