LUCA RAVAGLIA
Cronaca

"L’aiuto statale? Con quattro figli ci serve"

Un padre cesenate sull’assegno unico per i nuclei numerosi. "Lavoro solo io, e mia moglie cura i bambini: difficile far quadrare il budget"

di Luca Ravaglia

Essere genitore è un lavoro. Di certo il lavoro più bello del mondo, ma anche quello con maggiori responsabilità, perché regalare la felicità a un figlio non ha surrogati. Da marzo, quando entrerà in vigore l’assegno unico, lo Stato per la prima volta si impegnerà a dare una mano concreta alle famiglie, in particolare a quelle più numerose e così di questi tempi, dopo gli annunci arrivati da Roma, in tanti, calcolatrice alla mano, stanno provando a immaginare l’impatto sui budget familiari.

Francesco Biguzzi, lei e sua moglie Mara siete genitori di quattro figli.

"Andrea di 9 anni, Anna di 6, Emanuele di 4 e Gabriele di 1. Sono una meraviglia, ma in effetti per organizzare la routine di sei persone serve un bel po’ di impegno…".

All’orizzonte sembra avvicinarsi un aiuto dal punto di vista economico, quello che d’altra parte in tanti altri Paesi è già garantito da anni.

"Non abbiamo ancora fatto i conti con precisione, anche perché prima di tutto bisognerà attendere i dati concreti. In ogni caso sì, il segnale è chiaro e sembra andare nella direzione giusta. Perché un padre e una madre che crescono figli devono andare ben oltre il semplice sostentamento materiale. Alla base di una donna e di un uomo che entreranno a far parte della società ci sono valori, ideali e soprattutto un percorso di crescita che deve essere il più solido possibile. Non è un compito facile, né economico".

Dunque l’intervento dello Stato va nella giusta direzione?

"Aspettando i fatti, in linea di principio assolutamente sì. Riteniamo anche che sia stata fatta la scelta corretta nel prevedere un appoggio in più alle famiglie che si prendono cura di figli affetti da disabilità".

Com’è la vostra routine?

"Abbiamo deciso insieme che in questa fase io lavoro a tempo pieno, mentre mia moglie segue i figli in tutte le loro attività. Abbiamo anche la fortuna di poter contare sull’aiuto dei nonni. Ad ogni modo alla mattina si parte: io per il lavoro, Mara per portare i bimbi a scuola, dopo di che lei e il piccolo Gabriele rientrano e lei si occupa della gestione della casa. A pomeriggio la priorità sono i compiti, ma non ci sono solo quelli: ci siamo organizzati in modo da garantire a tutti due momenti alla settimana da dedicare allo sport o alla musica. Non sono vezzi, ma parti importanti nel processo di crescita e socializzazione".

Che dice del weekend?

"È il periodo che trascorriamo insieme come famiglia. Siamo credenti, ci sono il catechismo e la messa, ma che le passeggiate in montagna, le giornate al mare e le gite fuori porta. Qualche settimana fa eravamo ad Assisi. Con una precisazione".

Quale?

"L’attenzione ai dettagli è essenziale. Solo per fare un esempio, l’impatto che hanno le convenzioni stabilite da musei o altri luoghi per l’accesso alle famiglie numerose rappresenta un forte incentivo".

Che dicono gli amici quando vi vedono arrivare?

"Non battono ciglio, dal momento che alcuni di loro hanno anche più figli di noi… Sorrisi a parte, abbiamo la fortuna di riuscire a condividere momenti importanti anche con famiglie alle quali siamo molto legati. Un altro valore aggiunto".