
Ivan Bartoletti Stella della Caritas
Ivan Bartoletti Stella, direttore della Caritas diocesana cesenate, dietro alle numerose luci evidenziate dall’ultimo rapporto del Sole 24 Ore, ci sono anche ombre?
"Purtroppo dal nostro punto di vista il quadro continua a essere molto complesso. Anzi, certi indicatori sono in peggioramento. Penso per esempio agli accesi al nostro servizio mensa: siamo arrivati a una cinquantina di pasti serviti quotidianamente, un numero ben maggiore rispetto ai 30-35 de sui quali ci eravamo attestati. La criticità più grossa però riguarda il tema della casa. Gli alloggi non si trovano e le conseguenze sono drammatiche, soprattutto per le fasce più deboli: lo testimonia il fatto che i posti letto offerti in emergenza non bastano mai. Ogni notte almeno 40-50 persone in città dormono senza un tetto sulla testa. Di queste, quelle che scelgono espressamente di non ricevere aiuti si contano sulle dita di una mano. Per tutti gli altri, semplicemente e drammaticamente, non c’è posto ".
Chi è più a rischio?
"Il tema è sempre più generalizzato. E a questo si aggiunge un altro aspetto che deve far riflettere: l’età di chi chiede aiuto si sta progressivamente abbassando, arrivando a coinvolgere anche donne e uomini di 20 o 30 anni".
Si stanno assottigliando i vincoli familiari che un tempo erano una validissima fonte di aiuto?
"La povertà materiale tante volte deriva dalla povertà relazionale. Il mondo è cambiato, i rapporti si curano attraverso i social network, eppure quando hai bisogno di aiuto, è di una persona fisica, in carne e ossa davanti a te, che hai davvero bisogno. Coi nostri centri di ascolto facciamo del nostro meglio, ogni giorno. E ovviamente non siamo soli. Ma non basta mai. La risposta deve passare da un sempre più concreto rapporto di collaborazione tra pubblico e privato".
Luca Ravaglia