REDAZIONE CESENA

Nasce il gruppo ’La piazza è di tutti’

A San Mauro Pascoli cinque operatori commerciali si sono raggruppati insieme contro la chiusura dell’attuale accesso principale a piazza Mazzini...

A San Mauro Pascoli cinque operatori commerciali si sono raggruppati insieme contro la chiusura dell’attuale accesso principale a piazza Mazzini da via XX Settembre e che poi esce verso via Pascoli, intervento che rientra nel progetto di riqualificazione delle piazze Mazzini e Battaglini. Il gruppo si chiama "La piazza è di tutti" ed è composto da cinque commercianti del centro storico: frutta e verdura Orto Imperial da Luca, trattoria Da Pizoun di Alessandro e Fulvia, Buda calinghi e articoli da regalo di Patrizia, caffetteria La Madeleine di Monica e Loretta e Pescheria da Marco. Il gruppo, appena costituito, è aperto a tutti gli altri operatori interessati, compresi i commercianti ambulanti del sabato mattina, a un vero dibattito e confronto con l’amministrazione comunale sulla riqualificazione e della viabilità in tutto il centro storico. Dicono i commercianti che hanno costituito il gruppo "La piazza è di tutti": "Abbiamo optato per questo nome perchè da sempre la piazza non è solo dei pedoni e delle biciclette, ma anche di chi lavora e vive qui, degli operatori, titolari e dipendenti, che hanno come unico reddito il lavoro nel centro storico. Sicuramente il progetto di nuovo arredo con la chiusura dell’accesso in piazza Mazzini non ci piace. Vogliamo una San Mauro per tutti. Dal 1 febbraio inizieremo una raccolta firme aperta a tutti per chiedere che le nostre richieste vengano ascoltate". Anche in un recente incontro fra l’amministrazione comunale e la Confcommercio, lo stesso presidente Raffaele Bernabini si è dichiarato assolutamente contrario: "Concordiamo sul fatto che l’attuale situazione dei parcheggi selvaggi a ridosso della fontana e del bar nella piazza sia deprecabile, ma non si tratta di una ragione sufficiente per chiuderne l’accesso principale perché ciò può divenire un colpo mortale alla già esigua vitalità del paese. Un centro imprigionato non serve a nessuno, a chi ci va e a chi ci lavora".

Ermanno Pasolini