REDAZIONE CESENA

"Onoriamo Bruchìn in piazza del Popolo"

Lo studioso di storia locale Franco Spazzoli propone il trasferimento della statua dedicata al poeta Giovanni Montalti

di Raffaella Candoli

Perché non posizionare, nel quarto lato della piazza del Popolo, la statua del poeta cesenate Giovanni Montalti detto Bruchìn? La proposta viene dallo scrittore e studioso di storia locale Franco Spazzoli, che ritiene l’attuale collocazione della scultura "ai margini del vialetto di viale Carducci, una posizione incongrua e non tale da rendere il giusto merito alla sua figura umana e artistica". In questi giorni, il cosiddetto quarto lato della piazza è finalmente oggetto di lavori di ripristino (dopo mesi di sbarramento dell’area dall’aspetto devastato), per porre rimedio alla manovra incontrollata di un automobilista che nottetempo vi è piombato contro, danneggiando l’arredo urbano, compreso il "grande centauro", statua in bronzo di Augusto Perez, donata dalla famiglia del collezionista Carlo Pieri. Il danno ammonta a 20mila euro che il responsabile è chiamato a rifondere alla città. "Il salotto della città – sostiene Franco Spazzoli – potrebbe anche accogliere la statua di Bruchìn, filologicamente in linea con l’aiuola che reca l’insegna luminosa di Ciséna in dialetto e, perché Bruchin, proprio in piazza del Popolo, era solito declamare le sue zirudele". Giovanni Montalti nasce a Cesena il 3 luglio 1879 e muore il 10 agosto 1953. "Piazza del Popolo - racconta Spazzoli -,è stata il teatro più importante dell’attività artistica di Bruchìn, in italiano ma, soprattutto, in dialetto, che fu uno straordinario poeta di piazza. Lui magro e non alto, saliva su una sedia, accanto alla Fontana Masini, suonava una trombetta, e gridava: ‘U s’ presenta a qua Bruchìn!’ e cominciava a declamare poesie che poi vendeva per pochi soldi, su fogli stampati. Il trasferimento della statua in Piazza, che non dovrebbe comportare una spesa rilevante, la arricchirebbe come luogo della Memoria e darebbe il giusto risalto e valorizzazione ad una delle figure più originali e simpatiche nella storia e cultura della nostra città". Ed è così, in quella posa consueta, che la scultura di viale Carducci, opera della scultrice Giovanna Amoroso, nata a Matera nel 1971, operante a Cesena, lo ritrae. Era un uomo buono ed onesto e "che, pur essendo convintamente democratico cristiano – sottolinea Spazzoli -, amico di Eligio Cacciaguerra con cui condivise ideali cattolici venne definito con rispetto dal giornalista comunista Alieto Pieri ‘il poeta della povera gente’". Il senatore Furio Farabegoli lo definì "un uomo giusto, che amava i poveri". Montalti fece umili mestieri per mantenere una famiglia con moglie e 5 figli, dal bracciante agricolo al venditore di carbone. Ma la recitazione in pubblico era nelle sue corde: prima in commedie dialettali e poi autore per sé stesso, di poesie che trattavano anche temi sociali, e l’amore per la sua città. Tant’è che sentendo approssimarsi la morte, chiese di poter attraversare in auto le vie della città e salutare i punti più significativi della sua Cesena, dicendo: "Addio Stazione, non ci vedremo più", addio Rocca Malatestiana, Cappuccini, Abbazia del Monte, Addio Cesena". Erede di Bruchìn e custode delle sue memorie è la figlia Enrichetta Iole Montalti, che a gennaio ha compiuto 100 anni. Maria Assunta Biondi, appassionata ricercatrice e studiosa di Bruchìn, insieme al marito Dino Pieri, ne ha curato la pubblicazione di "Tutte le Poesie", per le Edizioni Stilgraf con illustrazioni a china di Ilario Fioravanti.