Una sera, dopo cena, a dialogare di Europa in Biblioteca Malatestiana con Romano Prodi e Vasco Errani. L’ex Presidente della Commissione Europea (ed ex premier italiano) venerdì si è confrontato con una sala gremita parlando e ascoltando, lanciando sollecitazioni e rispondendo agli stimoli del pubblico, spaziando su ogni versante del contesto internazionale, di ieri e di oggi. L’incontro, intitolato ‘Il mondo sottosopra: e l’Europa?’, è stato organizzato dall’associazione Idee per la Sinistra. Prodi ha riflettuto sulle prospettive della guerra in Ucraina, sul ruolo di Mosca sul piano geopolitico mondiale attuale e passato, tornando indietro nel tempo anche in relazione alle azioni degli Stati Uniti, dagli anni di Kennedy di fino a quelli di George W. Bush, sottolineando la differenza tra l’orgoglio di rappresentare un grande sistema democratico e la volontà di esportare, anche a tappe forzate, la democrazia in giro per il mondo. E poi il conflitto israeliano palestinese, che incendia il Medio Oriente dal secondo dopoguerra e che secondo Prodi, così come le tensioni che caratterizzano gli scenari dell’area nord africana, potrebbe trovare un grande impulso verso la risoluzione attraverso il massiccio coinvolgimento dei giovani, degli studenti, degli insegnanti e delle università. Università paritarie, pronte ad ascoltare le idee e le rivendicazioni di ogni parte in causa. Belle parole. Parole da applausi. Applausi in una sala in centro storico a Cesena, a migliaia di chilometri di distanza dalle bombe, dagli attentati e dai campi profughi. Perché purtroppo le idee, senza i fatti, non bastano. Ma di certo questa non è una buona ragione per smettere di cercare soluzioni, che riguardino la pace, nel senso più alto del termine. Magari passando dal coinvolgimento dell’Europa, ancora troppo poco incisiva nel contesto internazionale. Dunque eccoci a parlare del diritto di veto della Francia al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che Prodi sognerebbe veder allargato dai transalpini all’intera istituzione europea (buona fortuna, ai tempi attutali, con gli stati membri che si contestano tra loro anche l’impatto delle concezioni balneari, piuttosto che le dimensioni degli imballaggi monouso delle confezioni di insalata). Sarebbe un momento di svolta epocale per l’Europa, riflette. E magari ha ragione. Ci siamo lontani? Sì, ovviamente. Ma sognare un mondo migliore è il primo passo per poterlo realizzare.
Luca Ravaglia