ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Pvlon Matt, si presenta la riedizione

Domani al Victor saranno illustrati i luoghi di San Vittore in cui si svolge il poema dialettale scritto nel Seicento

Pvlon Matt, si presenta la riedizione

Pvlon Matt, si presenta la riedizione

Nuova vita per il Pvlon Matt, poema ottave scritto nel Seicento in dialetto romagnolo. La riedizione del testo (oltre 400 pagine con traduzione e note di Ferdinando Pelliciardi e supervisione di Giuseppe Bellosi), verrà presentata domani alle 16 al cine-teatro Victor di San Vittore, su iniziativa dell’istituto Friedrich Schurr e dell’associazione ’Al radghi ad San Vitor’, in collaborazione con cooperativa Amicizia San Vittore, ’Te ad chi sit e fiol?’, Biblioteca Malatestiana e quartiere Vallesavio.

Lo studioso Nazario Casalboni presenterà la mappa dei luoghi del poema, dopo che il gruppo di studio ’Al radghi ad San Vitor’ da lui guidato insieme a Giuliano Biguzzi, si è dedicato a far luce su luoghi e vicende narrati nel manoscritto. L’anonimo autore cesenate, autodefinotosi ’poeta contadino’, delinea un affresco del contado di San Vittore, tra le ville di Frazzano, Lorano, Lugarara, Montale, Furano e Venti, all’ombra del campanile della millenaria pieve. Verrano anche declamati versi in dialetto dei nostri giorni e in quello rusticale del ’600.

Il poema racconta le vicende amorose del giovane Pvlon (Paolone) innamorato della leggiadra Vittoria, che si fa beffe di lui

sino a farlo impazzire.

Il manoscritto originale venne conservato nella biblioteca privata del dottor Giovanni Ceccaroni nel palazzo di famiglia di via San Zenone, oggi contrada Uberti. Fu Carlo Ceccaroni nel 1836 a donare alcune rime del Pvlon Matt, come era in uso al tempo nelle famiglie altolocate, per le nozze di un conte bolognese Ranuzzi con la marchesa cesenate Alessandrina Guidi.

Era stato l’erudito cesenate Ettore Bucci (1661-1742) a trascrivere il poema in italiano. Il valore culturale della lingua dialettale del Pvlon Matt venne riconosciuto nella sua tesi di laurea del 1910 dal professore austriaco di filologia romanza Friedrich Schurr, il quale, utilizzando le audio-registrazioni condotte insieme ad Aldo Spallicci,cultore delle tradizioni dia Romagna, avviò lo studio analitico dei ceppi della lingua romagnola: dal faentino-ravennate al cesenate-riminese, scoprendone i tratti distintivi risalenti all’epoca dei Bizantini Longobardi, tra il VI e il VII secolo.

Nel 1976 un docente a Cambridge tradusse il poema in inglese, consacrazione internazionale del Plovn Matt.