PAOLO MORELLI
Cronaca

"Sequestro del Lugaresi, un rischio per molti"

I padri Giuseppini alla Curia: "Una sentenza costituirebbe un rischioso precedente per oltre 1.200 altre congregazioni"

di Paolo Morelli

La Congregazione dei Padri Giuseppini del Murialdo interviene nella vicenda dell’Istituto Lugaresi che gestisce da un secolo come lascito del canonico Giuseppe Lugaresi, contestando il ricorso alla magistratura da parte della Diocesi di Cesena-Sarsina che ha chiesto con procedura d’urgenza il sequestro dell’istituto. La Diocesi ha motivato il ricorso all’autorità giudiziaria con la necessità di evitare che i Giuseppini lo cedano all’Engim, ente di formazione professionale sorto per iniziativa degli stessi Padri Giuseppini, ma sovvenzionato dalla Regione.

Con un documento del 13 luglio 1923, infatti, padre Giuseppe Apolloni, vicario generale dei Giuseppini, e don Giuseppe Lugaresi stabilirono che se la Congregazione si fosse ritirata da Cesena, l’istituto è tutto ciò che vi faceva capo in quel momento sarebbe andato al vescovo pro-tempore.

La causa è in corso: la giudice del Tribunale di Forlì ha già ricevuto la documentazione delle parti ed entro una decina di giorni emetterà la decisione’ alla quale seguirà la causa di merito.

Nel frattempo ieri la congregazione dei Padri Giuseppini ha diffuso una lunga nota dal titolo "Vertenza Lugaresi: a rischio l’indipendenza di oltre 1.200 congregazioni religiose". Il contenuto riflette ampiamente il tono allarmistico del titolo: se il giudice riconoscesse le ragioni della diocesi accordando il sequestro e affidando in custodia l’Istituto alla Diocesi, questo il concetto esposto dai legali dei religiosi, metterebbe in dubbio la possibilità per un ente religioso di operare la pastorale sul proprio territorio.

Secondo la Congregazione dei Giuseppini, se la magistratura si pronunciasse in questa causa, "si aprirebbe la strada a un’infinità di contenziosi tra Diocesi contro Congregazioni, tra Congregazioni stesse, oppure tra Diocesi grandi e potenti contro quelle poco avvezze al sistema giudiziario italiano. Un vero e proprio vaso di Pandora, soprattutto considerando il fatto che in Italia esistono oltre 200 Diocesi e oltre mille e duecento Congregazioni religiose, senza contare e oltre 25mila parrocchie".

A supporto della loro tesi, i Padri Giuseppini, che mettono in dubbio l’autenticità del documento del 1923 che fa parte dell’archivio dell’Istituto Lugaresi e contestano che un giudice italiano possa "valutare l’operato di un ente ecclesiastico di diritto pontificio o di decidere chi avrebbe o meno diritto di operare la pastorale su un dato territorio".

Il conclusione, la richiesta della Congregazione dei Giuseppini è di "fermare quel procedimento giudiziario avviato avanti al Tribunale di Forlì poiché, con una sentenza ‘In nome del popolo italiano’, l’unica parte soccombente sarà l’autonomia e l’indipendenza della Chiesa italiana rispetto all’ordinamento giuridico italiano".