
Il gruppo cesenate sarà protagonista della fiera lunedì dalle 22 nel loro ’antro’ in piazzetta Albizzi
di Raffaella CandoliLunedì nel corso di "San Giovanni. La festa dell’estate" così come denominata quest’anno la tradizionale e antica Fiera dedicata, nel suo aspetto "profano" al santo patrono della città, tornano, in piazzetta Albizzi, "Le streghe della Fiera ad San Zvan". Il gruppo cesenate di animazione e didattica, presente in fiera da 16 anni con il proprio "antro", ha in programma per le 22 il "magico spettacolo San Giovanni: notte di erbe e di magia". Il tema delle streghe di San Giovanni si inserisce in un ricco patrimonio di folklore e credenze popolari, in cui si intrecciano elementi pagani, cristiani e tradizioni magico-simboliche. La notte di San Giovanni, celebrata tra il 23 e il 24 giugno, è storicamente considerata una delle notti più magiche dell’anno, in cui il confine tra il mondo visibile e invisibile si assottiglia, permettendo l’accesso a forze occulte, spiriti e presenze sovrannaturali. Le "streghe" in questo contesto non sono soltanto figure negative, ma incarnano anche il sapere ancestrale legato alla natura, alla medicina popolare e alla spiritualità femminile.
"Vorrei tranquillizzare – assicura la presidente del gruppo Simona Bissi Mazzotti- chiunque possa solo pensare a riti che invocano forze occulte o celebrative del male, che il nostro scopo è e resta quello di mantenere vive quelle credenze popolari piene di fascino e mistero legate al ciclo della natura e a quei fenomeni che anticamente non si sapevano spiegare. Le streghe di San Giovanni incarnano un doppio volto: da un lato quello oscuro e temuto della superstizione, dall’altro una forma di spiritualità ancestrale, connessa con la ciclicità della natura, il solstizio d’estate, e il potere della conoscenza popolare. Una delle credenze più diffuse riguarda la raccolta delle "erbe di San Giovanni", tra cui l’iperico, la ruta, l’artemisia e la lavanda, (quest’ultima usata come antitarme naturale nei cassetti, profumatore per ambienti), che in quella notte acquisirebbero poteri magici e curativi. Nella nostra performance comparirà anche la rarissima e magica felce che le leggende narrano fiorire solo una notte all’anno, e in grado di portare fortuna a chi riesca a trovarla. In molte zone d’Italia si preparano infusi o si raccolgono bouquet di erbe da bruciare nei falò per proteggere la casa e la famiglia. Un rito riscoperto consiste nel lasciare fuori durante la notte una bacinella d’acqua con fiori spontanei e odorosi, che assorbirà la "rugiada magica" da usare il giorno dopo per lavarsi e purificarsi. Il rito dell’acqua di San Giovanni richiama il battesimo cristiano come rito di purificazione e rinascita. Come Giovanni battezzava nel fiume per preparare la venuta del Cristo, così l’acqua di questa notte prepara l’anima e il corpo a un nuovo ciclo vitale, sotto la protezione del santo".
"Dunque – conclude Simona - il mito delle streghe, lungi dall’essere una storia di terrore, è anche racconto di una sapienza antica tramandata oralmente e marginalizzata nei secoli. Il folklore le vuole protagoniste di sabba notturni, spesso in luoghi simbolici come radure, crocevia o presso antichi alberi. In realtà, queste narrazioni riflettono spesso la paura sociale del femminile non conformista, della conoscenza erboristica e anche dell’indipendenza. Oggi, le figure delle streghe stanno conoscendo una rivalutazione in chiave simbolica. Lungi dall’essere solamente portatrici di male, esse vengono risignificate come custodi di un sapere naturale, come donne fuori dai canoni, perseguitate perché libere e consapevoli. Vorrei non si dimenticassero le donne bruciate sul rogo accusate di stregoneria e che rappresentano una delle pagine più buie della storia europea e occidentale, dove superstizione, ignoranza e fanatismo religioso si intrecciarono tragicamente con il potere politico e giuridico. Le donne accusate di stregoneria con processi che niente avevano del senso di obiettività e giustizia, furono spesso vittime di una società patriarcale che temeva ciò che non riusciva a controllare: a quelle donne nei mie 33 anni di attività in rievocazioni storiche medievali ho dedicato vari spettacoli".