VLADIMIRO GIOVANNINI*
Cronaca

Traumi, terapia del freddo ma senza esagerare

L'uso corretto del ghiaccio per trattare lesioni muscolari e articolari è fondamentale per favorire la guarigione e ridurre il dolore. Rispettare le modalità di applicazione è essenziale per evitare effetti indesiderati e massimizzare i benefici.

Sono un amante della natura e mi piace molto camminare lungo i sentieri del nostro appennino. Mi sono munito di calzature adatte ma ho sempre paura di riportare una storta alle caviglie e per questo mi porto sempre dietro del ghiaccio istantaneo. C’è una modalità particolare di applicazione?

Lettera firmata

risponde

L’uso del freddo nella traumatologia delle articolazioni e dei muscoli è una prassi comune, alla portata di tutti ed è di facile riscontro nelle varie discipline sportive però deve considerarsi una terapia per cui è utile conoscere bene i vari meccanismi biologici attivati per capire le modalità corrette della sua applicazione. Gli effetti fisiologici sono molteplici. Il freddo, nelle sue varie forme, determina una vasocostrizione che, riducendo il flusso ematico alla parte lesa, arresta o per lo meno diminuisce l’emorragia dovuta ai vasi lacerati e di conseguenza riduce anche il rigonfiamento edematoso. Rallenta poi il metabolismo cellulare e diminuisce la liberazione di alcuni mediatori chimici che alimentano il processo infiammatorio riducendo in questo modo l’estensione del danno del tessuto e favorendo la guarigione. Diminuisce inoltre l’eccitabilità dei recettori del dolore, ne innalza la soglia di percezione e rallenta la trasmissione di queste informazioni al sistema nervoso centrale attraverso i nervi ottenendo così un effetto analgesico. Infine, abbassando la temperatura a livello del muscolo, presenta un’azione miorilassante interrompendo il circolo vizioso dolore-spasmo-dolore in caso di crampo muscolare. Tuttavia, se non si rispetta una corretta modalità di applicazione, all’iniziale azione benefica subentrano o si accompagnano anche effetti indesiderati. Il classico trattamento consigliato consisterebbe in un’applicazione non superiore a 20 minuti ogni ora per più volte al giorno e per più giorni. Superare questo limite determinerebbe un riflesso di termoregolazione da parte dell’organismo per cui dopo il primo momento di vasocostrizione seguirebbe una sorta di paralisi dei vasi con aumento del loro calibro, maggior apporto di sangue ed, a cascata, comparsa dei segni tipici dell’infiammazione e, di conseguenza, un allungamento dei tempi di recupero funzionale. Inoltre, se l’applicazione è troppo prolungata e senza l’interposizione di un tessuto, potremmo avere anche ustioni od orticaria da freddo. Ricordo infine che l’utilizzo del freddo nelle sue varie formulazioni deve inserirsi in un concetto più ampio di trattamento del trauma riassunto dall’acronimo inglese R.I.C.E e cioè riposo, ghiaccio, bendaggio ed elevazione della parte interessata. Agendo nel modo corretto si potranno limitare i danni, accelerare la guarigione e continuare a praticare in modo gioioso e positivo lo sport preferito.

*medico