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Cesena, trent’anni lo scudetto di Ahena. I ricordi delle regine del basket

Primo maggio 1990: Ivana Donadel, Andrea Lloyd e compagne al Carisport raggiunsero l’olimpo della pallacanestro femminile . I ricordi e le foto di quella magica notte

Ahena basket

Cesena, 3 maggio 2020 - “Abbiamo vinto lo scudetto davanti alla nostra gente, col Carisport che era colmo di amici, di compagni di scuola e di vicini di casa. Abbiamo festeggiato con migliaia di persone, in campo e fuori, perché quello conquistato il primo maggio 1990 è stato un successo della città e per la città, che è valso tantissimo, anche più del successivo trionfo in Coppa dei Campioni”. Parola di una emozionata e giustamente orgogliosa Ivana Donadel , che in occasione del prestigioso anniversario ha raccontato in una diretta social organizzata dagli Amadori Tigers le emozioni vissute ai tempi dello scudetto vinto dalla ‘sua’ Ahena esattamente trent’anni fa contro la Comense della rivale e amica Mara Fullin, con la quale oggi condivide il progetto di rinascita della pallacanestro femminile a Cesena con la Nuova Virtus. “In questi giorni ho pure rispolverato le vecchie foto, che per me hanno un valore immenso. Eravamo sotto due gare a zero , abbiamo vinto 3-2 e lo abbiamo fatto in casa nostra, dopo aver rovinato la festa a Como, che aveva allestito un palazzetto tutto pieno di palloncini che dovevano scendere dal soffitto e che invece sono rimasti dov’erano. L’emozione più forte è legata al legame che c’era tra noi: anche con le spalle al muro sapevamo di potercela fare. E in effetti ce l’abbiamo fatta… Indimenticabile”. Subito dopo viene l’immagine di un abbraccio. “Era finita, avevamo vinto, il pubblico invadeva il campo e io stringevo Carlo Zoffoli, la prima persona che ho conosciuto arrivando a Cesena e alla quale sono rimasta tanto legata”. Con tutti davanti ai monitor dei rispettivi dispositivi informatici, nel pomeriggio del Primo maggio è dunque andata in onda un’ora di emozioni e ricordi anche da oltre oceano, visto che alla rimpatriata virtuale ha partecipato pure Andrea Lloyd , che dalla sua abitazione in Texas si è collegata con una raffigurazione della Fontana Masini sullo sfondo, che da sola valeva più di mille parole: “Porto Cesena nel cuore – ha raccontato in italiano – Fu una stagione meravigliosa coronata da cinque gare di finale durissime. Arrivammo stravolte, quasi da non avere la forza di festeggiare. Quasi…”. Lloyd fu una delle protagoniste di quella stagione, capace di mandare fuori giri le difese avversarie giocando in cinque ruoli e scavando un solco nel cuore dei tifosi, ma anche delle compagne di squadra: . “Andy è quella con cui i rapporti sono rimasti più stretti. Ci sentiamo ancora costantemente e con grande piacere”. Quello servito con l’imprescindibile distanza imposta dal coronavirus è comunque stato solo l’antipasto: nel 2021, anniversario dell’apoteosi in Coppa Campioni , è già stato fissato il bis, con la squadra convocata ancora una volta a Cesena, questa volta di persona, senza collegamenti virtuali. E a proposito di convocazioni, Donadel e Fullin, insieme a Catarina Pollini, nel 2021 voleranno negli States per partecipare ai mondiali Over 55 . Perché la passione e il talento non vanno mai in pensione. Lo sa bene la stessa Donadel, che era pure tornata a gioc are insieme e alle giovani leve della Nuova Virtus, col patriottico spirito di chi è pronto a tutto pur di sostenere la causa. E che ogni anno dice che adesso basta, è il momento di appendere le scarpette al chiodo. Ma che poi, puntualmente, ci ricasca sempre. Sullo sfondo di tutto questo c’era invece la cucina del coach tigrato Giampaolo Di Lorenzo, alle prese con la realizzazione di un più che insolito risotto alla carbonara, sulla scia delle ricette che nei giorni scorsi hanno visto protagonisti diversi atleti della squadra costretta dal virus a rinunciare alle più che legittime aspirazioni di promozione in Serie A2: “Dovevo fare qualcosa di inatteso – ha sorriso tra un revival e l’altro – e così mi sono giocato un’arma tattica in stile playoff. Assaggiare per credere”. In tempi di lockdown tocca fidarsi della parola.