Cesena, De Rose l’uomo che non trema

Il nuovo arrivato sarà un elemento chiave del centrocampo per coraggio, personalità e capacità di esaltarsi nei contesti più difficili

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di Andrea Baraghini

Il colpo grosso di mercato il Cavalluccio lo assesta proprio alla vigilia della sosta di Ferragosto. Francesco De Rose arriva a titolo definitivo in riva al Savio, dove ieri ha firmato un contratto ovviamente biennale e si è sottoposto alle classiche visite mediche, e lo fa in maniera anche inaspettata visto che il suo nome prima era stato messo nella lista dei desideri consegnata da Domenico Toscano al d.s. Stefanelli, ma da quella stessa lista ci era uscito definitivamente a fine luglio quando lui stesso aveva scelto di continuare l’esperienza in B a Palermo convinto a rimanere dall’ormai ex tecnico rosanero Silvio Baldini suo grande estimatore.

La rivoluzione in casa palermitana ha rimesso tutto in gioco ed anche se nel frattempo il Cesena è corso ai ripari coprendo la casella di playmaker davanti alla difesa con l’arrivo dal Padova di Hreich Saber, lo stesso Toscano non si è voluto privare del suo fedelissimo scudiero. Toscano-De Rose, un tandem nato ai tempi di Cosenza (stagione 2006-2007) quando entrambi erano praticamente ad inizio carriera. Insieme hanno portato i calabresi dalla serie D alla C, poi le loro strade si sono poi incrociate ancora a Reggio Calabria nel 2019 ed ancora una volta è arrivata una promozione questa volta in cadetteria. Successi che hanno reso ancora più saldo il legame tra i due figli della stessa terra di Calabria.

De Rose, che in carriera ha vestito anche le casacche di Lecce, Barletta, Matera, Casertana e SudTirol, arriva in Romagna a trentacinque anni compiuti, è nato il 21 giugno del 1987, ma se la carta d’identità fa storcere il naso i numeri parlano chiaro: 495 partite giocate da professionista, pochissime le assenze per infortunio. Lo scorso anno, ad esempio, ha saltato una sola gara, ma per squalifica.

La scheda tecnica parla di un giocatore di grandissima personalità, impeccabile in interdizione e bravissimo nel leggere le situazioni di gioco e nel dirigere i compagni. Il suo ruolo naturale è quello di mediano davanti alla difesa, i piedi non sono quelli di Pirlo, ma sopperisce a qualche sbavatura tecnica con il carattere e la caparbietà. Toscano si fida di lui anche perché è uomo spogliatoio. Un leader in campo e fuori, in grado di imporsi con i compagni e gli avversari, e se c’è da mostrare i denti, anche quando si gioca in contesti incandescenti, è di quelli che trovi di sicuro in prima linea. Toscano ha sempre dichiarato che per vincere in una categoria difficile come la C occorrono giocatori abituati a farlo e De Rose corrisponde all’identikit del giocatore a cui, quando i punti diventano pesanti, le gambe non tremano ed il cervello rimane lucido. Non è di sicuro un goleador (in carriera appena 16 reti), ma i compagni di reparto hanno licenza di inserirsi senza problemi perché sanno che dietro c’è chi li copre con grande mestiere. E sicurezza.