Davide Montanari è pronto per ricominciare

Il confermato tecnico della Savignanese affrontare la nuova stagione: "Sarà tutto più difficile ma stimolante"

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di Ermanno Pasolini

Davide Montanari, 55 anni, è stato confermato allenatore della Savignanese in Eccellenza. Da giocatore ha fatto il settore giovanile a Cesena vincendo lo scudetto con la Primavera di Paolo Ammoniaci, con compagni di squadra e amici come Fontana, Bianchi, Rizzitelli, Minotti, Ricci. Poi dopo la C a Ravenna, una lunga militanza tra Serie D ed Eccellenza.

Quando iniziò ad allenare?

"Quando ho smesso di giocare ero al Del Duca, dove mi chiesero di allenare. Accettai. Cominciai un percorso nuovo e stimolante. Allenare mi dava energia, mi piaceva e sono stato 10 anni al Del Duca, passando dalla 2ª Categoria, all’Eccellenza, vincendo campionati, spareggi playoff e 2 Coppe Italia. Poi arrivò la chiamata della Savignanese di Totò De Falco".

Come si è trovato?

"La Savignanese è una società ambita, strutturata in modo serio e che lavora per la crescita dei giovani e degli allenatori. La panchina della prima squadra è un obiettivo per tanti e la mia voglia di crescere ha fatto sì che non perdessi l’occasione. Ho condiviso il progetto di utilizzare tanti ragazzi che provengono dal settore giovanile".

Tutto bene con la società?

"La presidentessa De Zardo e il vice presidente Urbinati sono sempre presenti e pronti a sostenermi. De Falco e Maruca sono sempre disponibili al dialogo e sono grandi conoscitori di calcio. Voglio citare anche Luca Venturi che stimo anche per discrezione e modo di fare".

Come è stato il primo anno? "Dopo le prime difficoltà, siamo cresciuti e abbiamo fatto un grande lavoro con un grande staff. I miei collaboratori sono capaci, seri e mi sopportano".

E quest’anno?

"Tutto più difficile. Ci saranno 38 partite, più la coppa che metteranno a dura prova tutti. Ma per me più è difficile e più è stimolante".

E con i giocatori?

"Mi piace far starli stare bene e sorridere con loro, con tutte le caramelle gommose che gli compro. Sono molto esigente con me stesso ed esigo tanto da chi alleno. Un allenatore deve sempre trovare soluzioni, che siano a livello mentale, di rapporto umano o tattiche. Le deve trovare".