Ossa umane a Porto Recanati, trovati resti di un bambino di 8-10 anni

Spuntano nuovi reperti all'esterno del pozzo degli orrori, gli investigatori stanno scavando a mano. Tutto il materiale verrà inviato alla scientifica di Roma

Gli investigatori stanno scavando a mano (foto De Marco)

Gli investigatori stanno scavando a mano (foto De Marco)

Porto Recanati, 31 marzo 2018 - In una mattinata di ricerche in superficie, nell'area intorno al pozzo dell’orrore (VIDEO), sono stati trovati circa altri 25-30 frammenti di ossa umane: gli agenti della scientifica stanno scavando (FOTO) a mano. I frammenti ossei, anche di grandi dimensioni, sono probabilmente riconducibili a mandibola, vertebre,  parti di avambraccio, forse pezzi di dita e bacino. I frammenti sono stati rinvenuti a una profondità variabile tra 20 e 40 centimetri sotto il livello del terreno e corrisponderebbero sempre al profilo di due persone, come i primi resti trovati all'interno del pozzo. Si traterrebbe, secondo le prime ipotesi, di una persona esile, minuta, di sesso femminile, e quello di un bambino. I resti sono stati esaminati dal medico legale Roberto Scendoni e dagli uomini della polizia scientifica. In giornata si continuerà a scavare. 

Intanto, il pozzo è stato chiuso  e interrato dai vigili del fuoco dopo tre giorni di scavi, perché più a fondo, oltre un diaframma di tavole di legno, era impossibile arrivare o comunque cercare. Troppa acqua, dunque difficile anche ipotizzare la presenza di ulteriori frammenti o reperti con uno stato di conservazione anche solo decente. Insieme ai frammenti ossei, ieri mattina gli uomini della polizia scientifica e i vigili del fuoco hanno anche portato in superficie una ciabatta nera di dimensioni piuttosto ridotte.

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Piuttosto la ciabatta potrebbe essere stata gettata nel pozzo in altre circostanze, come si ritiene anche per un forcone, una lametta da barba e altro materiale di risulta rinvenuto a profondità diverse. 

Cameyi Mosammet, la 15enne bengalese scomparsa e trovata morta
Cameyi Mosammet, la 15enne bengalese scomparsa e trovata morta
La pista principale resta quella legata alla misteriosa scomparsa di Cameyi Mosammet, la 15enne bengalese sparita da Ancona il 29 maggio del 2010 e avvistata per l’ultima volta proprio all’Hotel House, dove in un appartamento all’ottavo piano viveva il fidanzatino Monir Kazi, allora 20enne, bengalese anche lui, l’unico indagato (per sequestro di persona) per la scomparsa della ragazzina in un’inchiesta poi archiviata dalla Procura di Ancona.

Ieri pomeriggio, la nuova area delle ricerche è stata transennata (FOTO). I frammenti repertati dalla polizia scientifica (e già sommariamente esaminati dai medici legali Mariano Cingolani e Roberto Scendoni) sono poco più di una cinquantina: ci sono piccole porzioni di costole, vertebre lombari e cervicali, una porzione di cranio, il femore intero affiorato in superficie, parti di falangi, un dente, un frammento di bacino, due porzioni di scapole, due parti di ossa pelviche, un omero di dimesioni più piccole rispetto agli altri frammenti e due parti di ulna apparentemente doppie, riferibili allo stesso avambraccio (ma non è escluso che uno dei resti possa anche appartenere a un animale).

Ecco l'interno del pozzo degli orrori
Ecco l'interno del pozzo degli orrori

Insieme alle ossa, dunque, saranno inviati anche il foulard, i due brandelli di una maglietta bianca (forse una canotta), una scarpa da tennis bianca (restano la tomaia e qualche piccola parte), un fermaglio per capelli e una collanina. Escluso il femore, tutti i frammenti ossei sono molto degradati e potrebbe essere difficile (se non impossibile) estrapolare il dna. L’esame potrebbe invece risultare più semplice con il fermaglio per i capelli (una sorta di spilletta) e i brandelli di maglietta.

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Resti di ossa, indumenti ed effetti personali tengono comunque in piedi la pista di Cameyi Mosammet, visto che potrebbero coincidere con l’abbigliamento della ragazzina nel giorno della scomparsa, il 29 maggio. Quel giorno fu inquadrata dalle telecamere dell’Hotel House e il suo cellulare agganciò la cella del palazzone prima di spegnersi una volta per tutte. La Procura di Macerata ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per questi resti misteriosi, ipotizzando i reati di omicidio e di occultamento di cadavere. Le informazioni sono state trasmesse anche alla Procura di Ancona, che indagò sulla scomparsa della 15enne straniera.