Bologna, 7 agosto 2020 – Dopo la desecretazione di alcuni verbali del Comitato tecnico scientifico sulla prima fase dell'emergenza Covid, Stefano Bonaccini prova a smorzare le polemiche. “Parlare dopo è molto più facile che fare durante”, commenta a 'L'aria che tira', su La7. Il tema è la prima fase dell'emergenza, quando il Cts proponeva di chiudere alcune zone del centro-nord, mentre il Governo optò per il lockdown in tutta Italia.
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“Mi interessa la vita reale più che la desecretazione degli atti – spiega il presidente della Regione Emilia Romagna -. E in caso, mi interesserebbe di più la desecretazione degli atti sul terrorismo visto che attendiamo ancora la piena verità sulle stragi del 2 agosto o Ustica o altre stragi italiane”.
“Anche questa è stata una strage, oltre 4mila vittime nella mia regione”, aggiunge riferendosi all'emergenza Coronavirus. “Abbiamo passato giorni e notti tra Governo centrale e Regioni a provare a scrivere ordinanze, decreti, anche un pò inventandoceli perché non avevamo grandi esperienze a cui attingere”.
“Penso che questo Paese abbia reagito certo facendo errori”, “eravamo tutti impreparati, ma mi pare che l'Italia l'abbia gestita come poteva” e con risultati migliori di altre democrazie occidentali.
"Spero ritorno a scuola in presenza"
Sulla scuola “bisogna che molto velocemente capiamo quali sono le indicazioni per potere insieme costruire le condizioni per permettere a tutti di poter rientrare” in classe. Bonaccini sottolinea che sul tema il Governo doveva muoversi “prima”, mentre sull'evitare “confusione” l'impegno deve essere di “tutti”.
Il governatore auspica un rientro a scuola in presenza, ma afferma che a seconda di ciò che si deciderà su distanziamento e regole di protezione “si capirà se a scuola potrà essere portata la totalità dei bambini o metà di essi”. Quanto al trasporto scolastico, per “raddoppiare o triplicare” sercono “mezzi, risorse e personale” altrimenti “diventa difficile”.
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