Coronavirus Marche, 15 morti in un giorno. Ceriscioli: "In fabbrica come in Rianimazione"

Impennata dei decessi, continua a scendere il trend dei contagi. Il governatore: "Riapertura anche prima del 4 maggio, ma a determinate condizioni"

Emergenza coronavirus, un reparto di Terapia intensiva

Emergenza coronavirus, un reparto di Terapia intensiva

Ancona, 19 aprile 2020 - Tornano a salire i morti per Coronavirus nelle Marche. Sono 15 nelle ultime 24 ore, tutti con patologie pregresse, di cui dieci nella sola provincia di Pesaro Urbino. I decessi nella nostra regione sono quindi 822, 512 maschi 310 femmine, 80 anni l'età media, il 94,4 % aveva altre patologie.

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449 deceduti vivevano nella provincia di Pesaro Urbino, 175 in quella di Ancona, 118 in quella di Macerata, 61 nel Fermano, 12 nel Piceno e 7 erano residenti fuori Regione. 

Per quanto riguarda i decessi dell'utimo giorno, oltre ai 10 della provincia di Pesaro Urbino (tre risiedevano a Pesaro, due a Sassocorvaro, due a Fano, uno a Fermignano, uno a Fossombrone e uno a Mondolfo), tre risiedevano in quella di Macerata, uno in quella di Ascoli e uno in quella di Ancona. 

Continuano a svuotarsi le terapie intensive negli ospedali Covid delle Marche: oggi sono 86 i pazienti ricoverati in questi reparti (2 in meno di ieri); continua anche a crescere il numero dei guariti e dimessi: 1.780. Si mantiene stabile ma basso il numero dei nuovi casi accertati di 'Covid-19 nelle ultime 24 ore: sono 48, il 4,4% rispetto ai 1.086 campioni processati nella giornata.

I casi complessivamente accertati in tutta la regione dall'inizio della crisi sono diventati 5.769, il 21,3% rispetto ai 27.099 test effettuati. I dati sono contenuti nell'aggiornamento quotidiano del Gores, il gruppo operativo regionale che coordina l'emergenza sanitaria. Dall'inizio di aprile ad oggi, il rapporto tra il totale dei tamponi processati e i casi accertati di coronavirus e' passato dal 31,7% all'odierno 21,3%.

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Ceriscioli: "Nelle fabbriche come in Rianimazione"

"Per me si può aprire anche prima del 4 maggio, purchè si torni in fabbrica come se si dovesse entrare in un reparto di Rianimazione: tuta protettiva, mascherina, visiera, guanti e copriscarpe". Così il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, immagina la ripresa dell'attività manifatturiera: è lo standard di sicurezza che ha visto applicare a Wuhan e "che rispetta a pieno il decreto 81 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il protocollo firmato da sindacati e imprese davanti al governo il 14 marzo scorso".

Per il governatore sono "i punti di riferimento" per salvaguardare la salute dei lavoratori "per le aziende che vorranno riaprire". L'invito agli imprenditori marchigiani, dunque, è di "utilizzare lo stop alla produzione per prepararsi", prevedendo "assolutamente forme di distanziamento lungo le linee produttive, negli spazi comuni, i bagni, le mense".

Nel nuovo modello di fabbrica sostenibile di Ceriscioli ci sono anche "secondi turni di lavoro nelle aziende piu' piccole e tanto smartworking, che come dimostrano le esperienze di queste settimane è possibile, è "efficace e non significa assolutamente minore produttività". Quella che ha in mente il presidente della Regione Marche è una vera e propria rivoluzione tra le Pmi manifatturiere, l'ossatura dell'economia regionale. "Sono consapevole che tutto ciò si traduce con un aumento dei costi e della conseguente tenuta della sostenibilità economica - dice il governatore -, ma non ci sono alternative se non vogliamo precipitare". Una rivoluzione che passa anche attraverso l'organizzazione dei trasferimenti da casa al luogo di lavoro, "da soli in auto o utilizzando i mezzi pubblici, sempre rispettando le regole di distanziamento personale e nell'ottica di entrate e uscite scaglionate".

Ceriscoli ha anche una sorta di calendario ideale, che guarda con ottimismo avanti di pochi mesi: la prima scadenza è la fine di aprile, per avere segnali più incisivi che "il contagio abbia rallentato ulteriormente"; i passaggi successivi sono conseguenti: "spero che entro maggio le fabbriche possano riprendere a pieno ritmo e con tutti gli standard di sicurezza e che a giugno siano aperte anche le spiagge delle Marche". Un percorso che vedrà la Regione Marche nel ruolo di "facilitatore nell'aiutare le imprese a rispettarlo". Un percorso "in linea con le indicazioni del governo", aggiunge Ceriscioli, che piu' volte durante questa crisi sanitaria non ha concordato con le scelte dell'esecutivo (che è ricorso al Tar per annullare l'ordinanza con la quale Ceriscioli ha chiuso le scuole, ndr.), e oggi distante dalle posizioni dei presidenti di Campania e Calabria.

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