Covid e polmonite bilaterale: scoperta la causa

Lo studio del professor Saverio Cinti e del suo staff sta facendo il giro del mondo : "Intuizione geniale della Politecnica delle Marche, tutta colpa delle particelle di grasso killer"

International Journal of Obesity, alcune immagini dello studio del prof. Cinti

International Journal of Obesity, alcune immagini dello studio del prof. Cinti

Ancona, 9 febbraio 2022 - Porta la firma di un docente dell’Università Politecnica delle Marche uno studio pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Obesity e collegato all’emergenza pandemica. Si tratta del professor Saverio Cinti, direttore scientifico del Centro obesità dell’ateneo di Ancona e docente di Anatomia dell’Univpm di Ancona.

Lo studio è collegato all’analisi dell’influenza avuta in questi due anni dall’obesità nelle diagnosi da Covid, in particolare nei casi più gravi in cui i soggetti sono stati colpiti da forme severe di polmoniti interstiziali bilaterali.

Ciò che sembrava evidente dai dati, ma non suffragato dalla scienza, ora ha una valenza decisiva grazie agli studi e agli approfondimenti portati avanti da Cinti e dai suoi collaboratori. L’importanza del risultato va divisa assieme a un’altra risorsa dell’università dorica, ossia la ricercatrice Laura Graciotti, esperta del Laboratorio di patologia sperimentale, da cui è arrivata l’ispirazione per avviare lo studio.

Si tratta del primo documento scientifico pubblicato a livello internazionale sull’argomento specifico. Ci sono voluti quasi due anni di lavoro per ricostruirlo, ma alla fine il quadro è completo, grazie alla ricerca coordinata da Saverio Cinti dell’Università Politecnica delle Marche, e condotta in collaborazione con l’Università di Milano e con l’Université Côte d’Azur di Nizza. 

International Journal of Obesity, alcune immagini dello studio del prof. Cinti
International Journal of Obesity, alcune immagini dello studio del prof. Cinti

Professor Cinti, quanto è importante questa ricerca? "È fondamentale perché oltre ad alcune evidenze scientifiche legate alle cause di morte provocate dal Covid e dalle polmoniti a esso collegate, comporta delle implicazioni terapeutiche importanti. Nei soggetti con problemi di obesità sarà possibile somministrare farmaci liposolubili per limitare le infiammazioni e prevenire quadri clinici gravi e decessi".

Soprattutto nella prima fase pandemica una dette caratteristiche dei pazienti con maggiori conseguenze cliniche erano proprio persone sovrappeso. Possiamo dire che adesso, grazie alla vostra ricerca, quel particolare ora ha una rilevanza scientifica certa? "Certa al 100% no, ma altamente probabile. I risultati del nostro studio dicono questo".

Come è stato applicato lo studio in analisi, professor Cinti?

"Ci siamo messi a studiare i reperti autoptici di 19 pazienti morti per Covid e di altri 23 comparabili per età, indice di massa corporea e così via, ma deceduti per altre cause. Abbiamo cominciato a studiare le biopsie del grasso viscerale, del fegato e del polmone e abbiamo visto che questo grasso aveva un’infiammazione pari al doppio di quella attesa comparandola con il gruppo di controllo".

Qual è il dato decisivo? "Il doppio delle infiammazioni che hanno colpito gli obesi rispetto agli altri pazienti Covid, specie sul fronte dei decessi".

Conferma che tutto è nato quasi per caso grazie a una ricercatrice sempre della Politecnica? "Certo che lo confermo, è stata fondamentale l’intuizione di Laura Graciotti. Quando lei, esperta del Laboratorio di patologia sperimentale dell’Università Politecnica delle Marche, ha messo sotto il microscopio i polmoni di alcuni pazienti morti di Covid-19, è rimasta sorpresa da un particolare: si è accorta che erano pieni di grossi vacuoli lipidici, dei ‘sacchettini’ di grasso. E a quel punto è venuta da noi dando il via allo studio, andato avanti per quasi due anni".

Qual è il meccanismo all’origine delle polmoniti bilaterali da Covid? "Le particelle di grasso killer che, liberate in seguito alla distruzione delle cellule adipose, viaggiano nel sangue raggiungendo più organi e che, una volta arrivate nei polmoni, si appiattiscono sugli alveoli formando una membrana che li avvolge e toglie il respiro".

Come incide tutto ciò a livello clinico? "Determinando delle embolie, responsabili delle polmoniti bilaterali. Emboli grassosi si sono visti anche in individui obesi che non hanno Covid-19, ma la situazione si evolve in modo molto diverso se i polmoni sono infiammati a causa del virus SarsCoV2. Il risultato conferma così l’embolia grassosa polmonare nel 100% dei malati di Covid-19 e spiega come mai le persone obese con la malattia, soprattutto quelle con obesità viscerale, vanno incontro a una prognosi peggiore".

Il suo studio ha oltrepassato l’oceano e viene citato anche da trasmissioni televisive americane: un bel risultato, no? "Assolutamente, ci mancherebbe, fa enorme piacere, solo che lì pronunciano il mio nome ‘Sinti’ invece di Cinti".