Covid, una seconda volta è possibile. "Monitoriamo gli anticorpi"

Barchiesi, primario di Malattie infettive a Pesaro: "Casi rari ma controlliamo la risposta dell’organismo nei sanitari vaccinati"

Francesco Barchiesi, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Marche Nord

Francesco Barchiesi, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Marche Nord

Pesaro, 11 marzo 2021 - I sintomi sono quelli che si manifestano la prima volta e se si ripresentano bisogna fare sempre il tampone, indipendentemente se si è stati vaccinati o meno perché è possibile ammalarsi di Covid 19 due volte.

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È questa l’opinione che si sta diffondendo tra gli esperti. Studi recenti dimostrano che il meccanismo è il seguente: quando l’organismo viene in contatto con il virus genera una risposta immunitaria mediata da due tipi di cellule, i linfociti B e i linfociti T.

I primi neutralizzano l’invasore, i secondi lo eliminano. In alcuni casi però la risposta dagli uni può essere sufficiente senza che ci sia necessità di produrre la risposta degli altri. Se questo avviene, la persona può essere suscettibile ad una ricaduta, come spiega Francesco Barchiesi, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Marche Nord.

E’ possibile ammalarsi due volte di Covid19, professor Barchiesi? "Sì, ci sono casi riportati dalla letteratura scientifica che dimostrano che può accadere anche se a tutt’oggi il fenomeno sembra abbastanza circoscritto, con qualche centinaio di casi di reinfezione segnalati nel mondo".

In ospedale avete osservato delle ricadute di questo tipo? "Reinfezioni dopo diversi mesi dalla malattia vera e propria, no. Invece abbiamo visto il decorso di una nuova infezione in alcuni individui che avevano fatto una prima dose di vaccino. Ma questa è tutta un’altra questione".

E’ vero che identificare le reinfezioni è complicato? "Intanto deve passare un po’ di tempo perché si presentino episodi successivi. E poi non basta l’anamnesi del paziente, serve anche una esame di sequenziamento genetico di laboratorio soprattutto in presenza di varianti nuove come quella inglese, che sta sostituendo il virus in circolazione un anno fa".

Vuol dire che la variante inglese è più contagiosa del virus ? "Sì, e si diffonde maggiormente nella popolazione anche se dal punto di vista clinico gli effetti sono gli stessi".

Il fatto che ci possano essere re-infezioni, non è una buona notizia per chi si è già ammalato e pensa di avere un passaporto di immunità… "Certo, in questo momento non possiamo neanche dire come si comportano gli anticorpi del Coronavirus, né quanto durano perché i controlli longitudinali sono iniziati da poco. A Marche Nord stiamo controllando gli operatori sanitari con questo metodo"

In cosa consistono i controlli longitudinali? "Andiamo a monitorare la risposta anticorpale dopo uno, tre e sei mesi dalla seconda dose della vaccinazione. Vogliamo sapere come si comporta l’organismo, e come noi stanno facendo altri ospedali"

Prudenza allora.. "Sì, allo stesso modo sia se ci si è già ammalati, sia se si è sani o ci si è vaccinati".