Laila morta sul lavoro, 2 indagati. Nel telefono le foto della macchina che l'ha uccisa

Modena: c'è il secondo indagato, è il nipote del titolare e responsabile della sicurezza. La protesta: scioperi in 50 aziende. Disposta la perizia tecnica

Laila in una foto sorridente con il compagno Manuele Altiero

Laila in una foto sorridente con il compagno Manuele Altiero

Modena, 6 agosto 2021 . C’è un secondo indagato per la morte di Laila El Harim, la 40enne schiacciata e uccisa da un macchinario mentre lavorava nell'azienda d'imballaggi "Bombonette" di Camposanto, nel Modenese. Si tratta del nipote del titolare, delegato alla sicurezza. Dopo la nomina dei periti, stamattina è iniziata l’autopsia sul corpo della vittima che fornirà risposte sulla dinamica della morte.

Aggiornamento: i risultati dell'autopsia sul corpo di LailaLaila fotografò la fustellatrice. "Segnalava inceppamenti da oltre un mese"

Sul cellulare di Laila - confermano i legali – sarebbero state trovate foto che la donna avrebbe scattato al macchinario, una fustellatrice, ovvero un apparecchio che serve per sagomare materiali da imballaggi. Foto che avrebbe inviato al compagno per confrontarsi su eventuali problematiche di cui la donna avrebbe informato anche i tecnici.  La procura ha quindi disposto sequestri di diversi oggetti. Nelle prossime ore quindi non si esclude possa essere posto sotto sequestro anche il telefonino della vittima.

Del macchinario "se ne lamentava spesso", riferisce il compagno Manuele Altiero, che aggiunge: "Diceva che la fustellatrice si bloccava, che non andava. E spesso dovevano intervenire gli elettricisti". 

Pare che Laila segnasse le sua considerazioni sulla giornata lavorativa in un diario. Gli inquirenti hanno sequestrato il macchinario. Sotto la lente, in particolare, il dispositivo di blocco, che era manuale e non automatico. Indagato per omicidio colposo il legale rappresentante dell’azienda ed è di oggi la notizia di un secondo indagato: Si tratta del nipote del titolare, delegato alla sicurezza.

Nella mattina di ieri all’interno dell’azienda si osservato un momento di silenzio in ricordo della giovane mamma, Laila infatti oltre al compagno Manuele ha lasciato la sua bimba, di 4 anni. 

Il compagno di Laila, insieme alla sorella, ai fratelli e ai genitori della vittima si sono intanto rivolti all’avvocato modenese Nicola Termanini, che li rappresenterà nel corso del procedimento penale.

Secondo un primo responso dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Laila potrebbe essere morta poiché la fustellatrice a cui lavorava era sì provvista di un doppio blocco di funzionamento meccanico, ma purtroppo azionabile, da parte dell’operatrice, soltanto manualmente e non automaticamente. Ciò avrebbe consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento. 

Oggi pomeriggio, i sindacati di tutte e tre le sigle si recheranno a Camposanto per incontrare il fondatore e l’amministratore della Bombonette, i primi ad essere "straziati" per l’incidente in cui è rimasta coinvolta Laila.  In più di 50 aziende emiliane ci sono stati scioperi e interruzioni dell’attività. "Il tempo dei proclami è finito, non si può morire così", la frase urlata con rabbia dagli operai in rivolta.

La procura di Modena ha disposto una perizia tecnica sul macchinario (ora sotto sequestro). La delega agli accertamenti sulla fustellatrice, questo il nome tecnico del macchinario in questione, è stata data al Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell'Ausl (Spsal) e all'Ispettorato del Lavoro. Sono diversi gli aspetti da chiarire sul decesso della giovane mamma. Andrà chiarito se la donna fosse formata all'utilizzo della fustellatrice, se quel giorno fossero stati rispettati gli orari di lavoro, se la macchina fosse provvista o no di sistemi di protezione e se questi possano essere stati rimossi o alterati.