Le Marche tra dieci anni 120mila lavoratori in meno

Lo studio della Cgia di Mestre. La provincia più penalizzata sarà Ascoli: - 27mila unità

Le Marche tra dieci anni 120mila lavoratori in meno

Le Marche tra dieci anni 120mila lavoratori in meno

di Alice Muri

ANCONA

Circa 120mila lavoratori in meno nelle Marche in soli dieci anni. E’ questa la previsione dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, che sulla base dei dati Istat relativi all’andamento demografico, ha rilevato come da oggi al 2034 la platea di persone in età lavorativa presenti nel nostro territorio calerà del 12,39%. Un risultato che pone la nostra regione sesta in Italia in questa negativa classifica, unica regione del Centro tra le prime classificate, che con una perdita di 119.327 lavoratori in dieci anni, si piazza notevolmente sopra la media italiana, dove viene riscontrato un calo percentuale dell’8% circa. Lo studio evidenzia come le persone attualmente al lavoro nelle Marche siano oggi 963.429 mentre nel 2034 la stessa platea sarà destinata a scendere a 844.102 unità.

Ma quali sono le ragioni di questo crollo? Secondo l’associazione degli artigiani, questi risultati sono dovuti al progressivo invecchiamento della popolazione e al calo demografico, con sempre meno giovani che entrano nel mondo del lavoro e i tanti ultra 65enni che invece sono destinati ad uscire per sopraggiunti limiti d’età. Una situazione che in alcune province marchigiane sembra essere ancor più drammatica della media regionale. Il territorio che subirà maggiormente il calo di lavoratori da qui al 2034, è la provincia di Ascoli Piceno, con quasi 27mila unità in meno nell’arco di un decennio, con una decrescita percentuale del 19,56%. Un risultato che pone la provincia ascolana seconda in classifica tra tutte le province d’Italia per questo record negativo. Di poco lontana anche la provincia di Ancona, che con un calo percentuale di lavoratori di 15,59% in dieci anni, si piazza dodicesima in classifica nel nostro Paese. Una variazione importante per il territorio anconetano, che secondo la Cgia di Mestre vedrà la perdita di quasi 50mila lavoratori in meno in soli dieci anni. Calo oltre la media nazionale anche per le province di Macerata e Fermo, che saranno destinate a perdere rispettivamente 17.110 (-9,16%) e 9.015 (8,69%) lavoratori. A chiudere la classifica marchigiana, la provincia di Pesaro e Urbino, che perderà oltre 17.000 lavoratori in dieci anni, con un calo percentuale del 7,7%.

"Si tratta di una stima – dice Moreno Bordoni, segretario della Cna Marche – ma in un territorio come il nostro è chiaro che ci sarà un impatto importante dovuto soprattutto al calo demografico. Le imprese artigiane già oggi faticano a trovare personale specializzato e a questa situazione si aggiunge anche l’arrivo dell’intelligenza artificiale, che non deve essere presa dalle aziende come un problema ma come una risorsa. Come associazione stiamo già lavorando in questo senso, affinché vengano formate figure nuove e specializzate". Il segretario della Cna Marche conclude: "Visto che sul calo demografico non sembra esserci una inversione di tendenza, per trovare una risposta al bisogno di manodopera delle aziende sarà necessario che l’Italia metta in campo piani mirati per i flussi migratori".