Quarantena Covid, Sambri: "Positivi asintomatici 'liberi'? Pericoloso"

Sambri, direttore di Microbiologia, contrario all’ipotesi di abolire l’isolamento: "Possono ancora infettare"

Vittorio Sambri, direttore di Microbiologia dell’Ausl Romagna

Vittorio Sambri, direttore di Microbiologia dell’Ausl Romagna

Cesena, 22 gennaio 2022 - Strade deserte, serrande abbassate, scuole in progressivo svuotamento. La grande ondata Covid che veicola Omicron, meno letale delle precedenti ma tanto più contagiosa, sta innescando un’altra sorta di lockdown. Tanto da indurre un largo dibattito sulla possibilità che cambino le regole per chi ha contratto il contagio ma, grazie alla vaccinazione con tre dosi, non ne patisce i sintomi. Ancora una volta vale il parere di un esperto: il professor Vittorio Sambri, microbiologo e docente universitario, direttore dell’Unità di Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina di Cesena dove si processano fino a 10 mila tamponi al giorno.

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Tampone fai da te: l’autotest funziona. In tre giorni arrivano certificato e Green pass Professore si può ipotizzare una diversa gestione dei contagiati senza sintomi qualora siano vaccinati con le due dosi più il richiamo? "Non c’è altra soluzione, i positivi anche se asintomatici e vaccinati ma certificati da un tampone antigenico rapido (del tipo che si fa in farmacia. Ndr) che evidenzia la presenza di antigeni proteici del virus, devono osservare un periodo di isolamento, che è solo di 7 giorni, dopodiché occorre la verifica di un altro tampone fino alla negatività. Anche loro, infatti, sono un veicolo di contagio. Diverso è se si verificano contatti con un positivo, in questo caso, in mancanza di sintomi, vale solo un’autosorveglianza di 5 giorni con obbligo di mascherina, ovviamente nel caso di tripla dose o meno di 120 giorni dalla seconda". In questo momento tuttavia la Omicron sta quasi paralizzando le città. Non sarebbe il caso di rivedere le regole? "In un tampone antigenico positivo (diverso dal tampone molecolare la cui analisi può essere effettuata solo in laboratori specializzati. Ndr), indipendentemente dai sintomi, la carica virale è molto alta, e il soggetto è probabilmente contagioso". Che differenza c’è tra chi è positivo senza sintomi e chi è positivo con sintomi? "Sono entrambi in grado di infettare gli altri, e in questo momento non possiamo permettercelo. L’unica cosa che possiamo evitare è quella di cercare i contatti, ossia il tracciamento. E’ una disposizione che abbiamo discusso in cabina di regia a inizio gennaio, poi trasformata in circolare. Riguarda soprattutto gli operatori sanitari trivaccinati con contatti ma in assenza di sintomi, che devono sottoporsi soltanto a 5 giorni di mascherina. In caso di sintomi s’impongono 7 giorni di isolamento". I contagiati non vaccinati sono più infetti dei contagiati con vaccino? "Molto più contagiosi. Ormai ne abbiamo la certezza. Se avessimo solo una popolazione vaccinata ci sarebbe comunque la circolazione del virus, poiché è chiaro che si colloca anche nella popolazione vaccinata, ma con una efficacia dieci volte più bassa. Il vaccinato s’infetta e trasmette, ma con una efficienza rispetto al non vaccinato molto inferiore. Il non vaccinato, che può ammalarsi anche gravemente, è il vero problema con cui dobbiamo confrontarci oggi. Motivo in più perché il vaccino sia una scelta consapevole, non solo per difendere se stessi, e tanto basterebbe, ma etica, per ridurre la possibilità di fare danno agli altri". Che dire della possibilità di sottoporre la popolazione ad una quarta dose di vaccino? "Non è ipotizzabile in questo momento. Si può prevedere per i pazienti fragili, che rischiano più degli altri. Si è visto, oltretutto, che quando si inocula la terza dose la risposta anticorpale è esplosiva in tre/ cinque giorni. Probabilmente la memoria immunitaria dopo la seconda dose è molto robusta. Forse la quarta si potrebbe calcolare tra qualche anno". Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi? "I casi sono in contrazione, se si conferma la tendenza si potrebbe supporre il picco, peraltro previsto a metà gennaio. Non sappiamo cosa succederà dopo. Però se alla fine dell’estate avremo il 98 per cento di vaccinati potremo affrontare l’autunno con molta più serenità".