Riaperture ristoranti, bar e palestre: nuovi parametri delle Regioni

Un coordinamento di 5 regioni e guidato dal Veneto sta elaborando in queste ore il documento da presentare alla Conferenza di giovedì. Gelmini: "Prime riaperture i primi giorni di maggio"

Ristoranti: le Regioni con a capo il Veneto lavorano a nuovi parametri per le riaperture

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Roma, 13 aprile 2021 - Le Regioni in pressing sul Governo per riaprire le attività produttive il prima possibile. Le richieste per maggio si fanno sempre più insistenti e nuovi parametri sono allo studio delle Regioni. In particolare, un coordinamento di 5 regioni e guidato dal Veneto sta elaborando in queste ore un documento da far votare alla Conferenza delle Regioni prevista per giovedì, per poi presentarlo a seguire alla Stato- Regioni.

L'aggiornamento Riaperture, nuovi protocolli per ristoranti e palestre al vaglio delle Regioni

Bollettino Covid Italia ed Emilia Romagna

Cinque regioni nel gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro è formato dai rappresentanti della Lombardia, della Toscana, della Campania e dell'Emilia Romagna, oltre che del Veneto. Tra le ipotesi, l'obbligo di posti all'aperto per le aperture serali dei ristoranti e il numero di somministrazioni come nuovo parametro per le varie fasce, qualora queste ultime venissero mantenute.

Riaperture da maggio: bar e palestre

"A stretto giro di posta siamo pronti a riaprire ma lo dobbiamo fare in sicurezza. Noi crediamo che già dai primi giorni di maggio potremo riaprire i bar e le palestre ma naturalmente anche altre strutture, ma servirà ancora il rispetto delle regole".

Giugno: fiere e grandi eventi

"Siamo pronti a ripartire e stiamo lavorando già ai grandi eventi, infatti dal 2 di giugno riapriremo le grandi fiere, come quella del mobile che ha un indotto straordinario". Lo ha annunciato la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini partecipando a un evento organizzato da Eureca su Stato, regioni e lotta al Covid.

Coprifuoco a mezzanotte

Il coprifuoco potrebbe slittare dalle 22 a mezzanotte. E' la richiesta a cui lavorano le Regioni che troverebbe margini di apertura anche nel Governo. Fonti dell'esecutivo spiegano all'Adnkronos che l'ipotesi di spostare più avanti le lancette della chiusura viene presa in considerazione. La richiesta potrebbe essere avanzata già la settimana prossima.

Numero di vaccini per regione

Tra le ipotesi, da prendere in considerazione, secondo quanto auspicato dai governatori, c'è quella di inserire, tra i parametri per la valutazione di rischcio epidemiologico, il numero di somministrazioni di vaccini effettuate nelle singole Regioni.

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Incognita Johnson & Johnson

Se non verrà sospeso anche in Europa, come chiesto dalle autorità sanitarie negli Stati Uniti (dove sei vaccinati, tutte donne, hanno sviluppato una malattia rara che coinvolge coaguli di sangue), venerdì 16 aprile il vaccino mande in Usa arriverà in Emilia Romagna. Bonaccini ai microfoni di Radio 1 si augura che come avvenuto con AstraZeneca il vaccino non venga fermato: oggi è arrivata la prima fornitura". Anche Burioni e Cossarizza sono intervenuti oggi sul tema. 

"Il vaccino Johnson & Johnson è simile a quello AstraZeneca, e simili purtroppo potrebbero essere anche gli effetti collaterali", Scrive Roberto Burioni su Twitter, dopo lo stop dalla Fda al vaccino Janssen contro Covid-19 negli Usa in seguito a sei casi di trombosi rare (su circa 7 milioni di somministrazioni negli Usa) riscontrati in donne che avevano ricevuto l'immunizzazione. Dello stesso pare Cossarizza.

Cossarizza: "Stessi principi di AstraZeneca"

"Il vaccino anti-Covid di J&J è basato sugli stessi principi di quello di AstraZeneca - spiega Andrea Cossarizza, docente di Patologia generale e Immunologia all'università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - . E' verosimile che i rarissimi eventi avversi, che sono stati evidenziati per i due prodotti, siano riconducibili allo stesso meccanismo. Con una stessa ipotesi di origine autoimmune. I dati disponibili sembrano infatti indicare l'esistenza di una reazione autoimmunitaria".

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Burioni: "Il virus non si diffonde all'aperto"

L'immunologo pesarese torna sui temi caldi del momento: dalle riaperture ai vaccini. "I dati indicano che il contagio da Covid all’esterno è molto raro. Perché allora con l’arrivo della bella stagione non riaprire subito bar, ristoranti e pure teatri all’aperto? Non lesinando autorizzazioni?". Scrive il virologo sul suo profilo Twitter: "A me non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto". 

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