Sara Pedri, inchiesta a Trento: sentite 9 colleghe come testimoni

Verranno raccolte le deposizioni di persone che lavoravano nel reparto di ginecologia dove operava la 31enne di Forlì svanita nel nulla

Sara Pedri lavorava come medico ginecologo all’ospedale Santa Chiara di Trento

Sara Pedri lavorava come medico ginecologo all’ospedale Santa Chiara di Trento

Forlì, 18 dicembre 2021 - Importante novità giudiziaria sul caso di Sara Pedri, la 31enne ginecologa di Forlì scomparsa nel nulla nel marzo scorso in provincia di Trento. Il gip di Trento Enrico Borrelli ha accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata dai pm Licia Scagliarini e Maria Colpani per raccogliere la deposizione di nove testimoni nell’ambito del procedimento penale per i presunti maltrattamenti all’interno dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, il nosocomio dove Sara aveva preso servizio nell’autunno del 2020, dopo aver svolto il suo tirocinio in Calabria.

Sara Pedri, la casa si illumina di verde

Le testimoni, scelte dalle pm tra oltre un centinaio di persone informate sui fatti, verranno sentite in quattro udienze a febbraio 2022, al fine di evitare la cosiddetta "vittimizzazione secondaria", ossia per evitare influenze reciproche. La Procura di Trento ha individuato 21 persone offese, tra ostetriche, medici e infermieri. Tra queste figura anche Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni di Forlì di cui non si hanno più notizie dal 4 marzo scorso, dopo aver lasciato l’auto nei pressi del lago di Cles, in provincia di Trento. L’ipotesi degli inquirenti è che Sara possa essersi tolta la vita perché non reggeva più la situazione in cui era precipitata. I messaggi ai famigliari, soprattutto alla sorella Emanuela, negli ultimi tempi erano sempre più drammatici. Poi, la sparizione.

"Senza Sara, niente è più come prima"

Gli indagati per l’ipotesi di maltrattamenti sul lavoro e abuso dei mezzi di disciplina sono l’ex primario dell’unità operativa, Saverio Tateo, e la dottoressa Liliana Mereu. Il procedimento è partito la scorsa estate a margine delle indagini avviate per la sparizione di Pedri.

Sara Pedri, la sorella: "Abbattuto un muro di omertà"

Nei giorni scorsi la sorella Emanuela ha voluto ricordare Sara all’interno della ’Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse’. "La stavamo organizzando da tempo – ha detto la sorella Emanuela –. Grazie all’associazione Penelope che tratta casi di persone scomparse che ho avuto la fortuna e la sfortuna di incontrare visto quanto mi è accaduto, siamo riusciti a velocizzare l’iter". Così l’abitazione di viale Bologna 267-269 a Forlì, dove Sara ha sempre avuto la residenza, s’è illuminata con una luce verde.  

"Quando sarà possibile – ha quindi detto la sorella Emanuela – le ricerche riprenderanno anche con l’utilizzo dei cani molecolari. Sono convinta che Sara ritornerà da noi. Sono convinta che questo è il nostro destino".