Sara Pedri notizie, al setaccio i segreti del cellulare. La lettera: "Sono terrorizzata"

La Procura esamina il telefono della ginecologa di Forlì scomparsa lo scorso 4 marzo in Trentino. Conclusa l'ispezione ministeriale all'ospedale Santa Chiara dove lavorava

Sara Pedri, la ginecologa di Forlì scomparsa in Trentino

Sara Pedri, la ginecologa di Forlì scomparsa in Trentino

Forlì, 9 luglio 2021 - Si è conclusa la visita degli ispettori mandati dal ministro della Salute Roberto Speranza nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Trento dove lavorava Sara Pedri, la ginecologa forlivese di 31 anni scomparsa lo scorso 4 marzo proprio in Trentino e che, secondo la famiglia, avrebbe subito pressioni psicologiche sul lavoro. Nel frattempo, la Procura di Trento ha ricevuto la copia forense del telefono della ragazza e i contenuti saranno ora valutati dal pubblico ministero, Licia Scagliarini.

Sara Pedri scomparsa, trasferito Saverio Tateo primario del reparto di Ginecologia

AGGIORNAMENTO Sara Pedri, le lettere prima di sparire: "In reparto profondo stato d’ansia e terrore" Il cellulare di Sara, lo ricordiamo, era stato trovato nella sua auto parcheggiata al confine tra il comune di Cis e quello di Cles, nelle vicinanze del ponte sopra il torrente Noce, che con la sua corrente porta al lago di Santa Giustina. Una zona, questa, conosciuta purtroppo per i suicidi ed è sul fondale fangoso del lago che si concentrano le operazioni, rese però difficoltose dal basso livello dell'acqua nel periodo estivo. 

La lettera di Sara Pedri

"L'esperienza a Trento doveva essere formativa ma purtroppo ha generato in me un profondo stato d'ansia a causa della quale sono completamente bloccata", aveva scritto la ginecologa in una lettera trovata dai carabinieri nell'abitazione della dottoressa di Cles e pubblicata per la prima volta dal settimanale 'Giallo'. In un altro passaggio Sara Pedri scrive: "I risultati ottenuti sono solo terrore. Sono stata addirittura chiamata a colloquio perché ho perso troppo peso".

Sara Pedri, le ricerche della ginecologa scomparsa

Tra marzo e aprile, per cercare la ginecologa di Forlì scomparsa che lavorava all'ospedale Santa Chiara di Trento, erano stati impiegati anche i cani specializzati nella ricerca di cadaveri in acqua. Da Genova, inoltre, era intervenuto il Nucleo dei carabinieri subacquei con un eco-scanner e anche i sommozzatori dei vigili del fuoco erano stati impegnati nelle ricerche. Il fiuto dei cani molecolari aveva portato all'inizio del ponte di Mostizzolo, poco distante dal luogo dove il 4 marzo scorso era stata trovata l'auto di Sara Pedri. Le unità cinofile avevano concentrato il loro lavoro anche nella zona di un dirupo, alto una cinquantina di metri, a cui si accede dalla pista ciclabile ma nessun corpo è stato trovato. 

​​Sara Pedri, le dimissioni del direttore dell'Asl di Trento

Lo scorso primo luglio, il direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Pier Paolo Benetollo, aveva rimesso il proprio mandato nella mani dell'assessora alla salute Stefania Segnana e della Giunta provinciale. Infatti, nella tarda serata di mercoledì 30 giugno, Bertollo aveva informato l'assessorato di una situazione della quale nessuno se non lui era stato a conoscenza prima. Questa informazione riguarda il fatto che il 7 giugno scorso, in una serie di delibere che l'Azienda sanitaria aveva approvato, ce n'era una in cui vi erano una decina di rinnovi di incarichi di medici dell'Azienda sanitaria. Tra i quali anche il uello del direttore dell'Unità di ginecologia e ostetricia dell'ospedale S.Chiara di Trento, il reparto in cui lavorava Sara. Da qui le dimissioni del direttore dell'Asl. 

Sara Pedri, il mobbing sul lavoro

Sempre ai primi di luglio, per la precisione venerdì 2, sonno emersi dei dettagli inquietanti rispetto al lavoro di Sara Pedri e delle colleghe nel reparto di ginecologia dell'ospedale S.Chiara. Dettagli che hanno complicato ancora di più la posizione dell'ospedale trentino. "Pur di non andare lì, preferirei avere un incidente. Non ho mai desiderato suicidarmi, ma ti giuro su Dio che ogni volta che andavo a lavorare pregavo Dio di fare un incidente, rompermi le gambe, rimanere paralizzata e rimanere a casa per sempre. Ti fanno lavorare per tre, ti ammazzano di lavoro". Queste le parole di una collega di Sara andate in onda nel corso di una puntata del programma di Rai3 'Chi l'ha visto'. "Quando tu ti ammali ti mettono in disciplinare perché ti sei permesso di metterti in malattia", diceva sempre nel corso della trasmissione la collega ginecologa. Anche Sara aveva avuto un certificato medico di 15 giorni a febbraio, a causa di "calo ponderale" a seguito di "stress lavorativo". Dopo appena una settimana però era tornata a Trento. Salvo poi dimettersi il 3 marzo. E sparire il giorno dopo.

Sara Pedri, l'arrivo a Trento degli ispettori del Ministero della Salute

In seguito alle dichiarazioni della collega di Sara Pedri - rilasciate a 'Chi l'ha visto' - che proverebbero le pressioni dei vertici dell'ospedale sulla giovane scomparsa, il ministro Speranza decide di inviare a stretto giro una squadra di ispettori all'unità di ginecologia dell'ospedale S.Chiara di Trento. Gli uomini del ministero si sono presentati a Trento lo scorso 6 luglio e oggi hanno concluso la loro indagine. Nel frattempo, si attendono le audizioni dell'Ordine dei medici di Trento, previste alla fine di luglio, e i risultati della commissione interna costituita dall'Azienda sanitaria per chiarire le dinamiche interne al reparto dove lavorava la giovane ginecologa.

Il direttore dell'azienda sanitaria resta

Il direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Pier Paolo Benetollo, resta, per ora, in carica e con le sue funzioni. Lo ha comunicato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in conferenza stampa. Benetollo aveva rimesso verbalmente il proprio mandato nella mani della Giunta provinciale perché aveva riconfermato Saverio Tateo, il primario del reparto dove lavorava Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo in Trentino, informando tardivamente il presidente della Provincia Fugatti, come lo stesso governatore aveva sottolineato in conferenza stampa venerdì scorso.

La posizione di Benetollo è rimasta 'congelata' sul tavolo della Giunta provinciale per tutta la settimana e lo rimarrà anche nelle prossime ore. "Abbiamo incontrato Benetollo, il quale conferma la volontà di rimettere il proprio mandato, non ci sono dimissioni sottoscritte, è e rimane in carica", ha detto Fugatti annunciando che tra oggi e domani la Giunta provinciale avrà i risultati del lavoro della commissione interna presieduta da Antonio Ferro, direttore del Dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria, "e questo sarà un tema interessante per dare una valutazione generale concreta e realistica", ha aggiunto il governatore del Trentino.

Al direttore del reparto dove lavorava Sara, era stato consigliato un periodo di ferie, da cui è rientrato lunedì. E la Giunta "aveva manifestato l'inopportunità di questo", ha detto Fugatti, precisando però che la turnazione dei medici non dipende dalla Giunta provinciale ma dall'Azienda sanitaria.

In reparto, secondo quanto riferito da alcune professioniste che vi hanno lavorato e dalla famiglia di Sara Pedri, il clima per il personale non sarebbe stato facile, con presunte pressioni e umiliazioni. Un clima forse all'origine della scomparsa della donna.

Intanto anche l'Ordine dei medici del Trentino ha programmato le audizioni degli iscritti e inviato una richiesta di esame all'ordine di iscrizione di Tateo, quello di Milano.