Editoriale

Fiumi e torrenti, necessarie le opere idrauliche

Bologna, 6 giugno 2023 – I dati diffusi da Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, finora generalmente ignorati, confermano che l'Emilia Romagna ha cementificato nel 2021 più di 78,6 ettari in aree a grande pericolosità idraulica. Inutile incolpare le nutrie, pensiamo a una nuova generazione di urbanisti e politici che pensino, non alle colate di cemento come il passante di Bologna, ma alla vera salvaguardia del suolo che può evitare situazioni come quelle che si sono venute a creare in Romagna.

Francesca Degliesposti

Risponde Beppe Boni

L'Emilia Romagna ha certamente un tasso di opere edilizie molto alto, ma va anche detto che si tratta di una regione altamente industrializzata che ha necessità di infrastrutture per la parte produttiva e di conseguenza anche abitativa. Guardiamo intanto i numeri. Nel rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, edizione 2022, dell’Ispra l’Emilia-Romagna è la quarta regione per consumo di suolo, dietro a Lombardia (12,12%), Veneto (11,90%) e Campania (10,49%). Il suo valore supera la media nazionale ed è compreso tra il 7 e il 9%. Inoltre, è terza tra le regioni che hanno registrato un incremento maggiore di consumo di suolo netto in ettari rispetto al 2020. Se al primo posto c’è la Lombardia con 883 ettari in più, seguono il Veneto (+684 ettari), l’Emilia-Romagna (+658), il Piemonte (+630) e la Puglia (+499). Però il disastro che ha messo in ginocchio la Romagna e danneggiato soprattutto con le frane l'Emilia a cominciare da Bologna (un disastro anche sui colli vicini alla città) non è da attribuire alla cosiddetta cementificazione, su cui la regione ha già dato un giro di vite con un provvedimento specifico. In Romagna, per esempio, non esistono casse di espansione a lato dei fiumi che possono entrare in funzione con le piene. Ci sono in Emilia (hanno funzionato bene sul torrente Samoggia) ma vanno perfezionate e ultimate. Nel 2022 in Italia si sono verificati 310 eventi estremi (siccità e alluvioni con un + 55%) e l’Emilia-Romagna è l’ottava regione europea in questa classifica. Durante l’ultima alluvione sono caduti, nella fascia appenninica che va da Bologna a Cesena, 200 millimetri di pioggia, un quinto della quantità annuale. In questo scenario va tenuta presente la cementificazione nelle aree vicine alle aree fluviali ma soprattutto vanno curati la manutenzione idrica (argini e casse di espansione) di fiumi, torrenti e canali e il controllo di collina e montagna, dove si interviene poco sul territorio.

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