Editoriale

Medici di base, ecco perché mancano

Bologna, 23 settembre 2023 – Esprimo il mio disappunto per la modalità in cui la burocrazia dell'Asl mi mette nelle condizioni di dover scegliere un medico di base diverso da quello che mi è stato assegnato dopo la morte della dottoressa Isabella Linsalata, da me scelta per professionalità e fiducia. Qualità che ho trovato per la dottoressa Ventura, sua sostituta. Io, come altri pazienti, non ho intenzione di lasciarla. Preferisco rimanere senza medico di base piuttosto che scegliere un altro dottore in base a una graduatoria. La scelta del medico di base è una cosa seria. Lara Melli

Risponde Beppe Boni

Il problema non investe solo Bologna e la sua provincia ma è diffuso in Emilia Romagna. La dinamica dei medici di base è un gran caos. Alcuni scelgono altri percorsi professionali, la maggior parte di chi lascia è costretto dai limiti di età e mancano i sostituti. E proprio perché i dottori sono pochi non c'è possibilità di scelta. In provincia c'è anche chi è costretto ad affidarsi ad un professionista che opera in una località diversa dalla residenza. Una follia. Da parte della Regione (che pure non ha tutte le colpe) si notano molte promesse, conferenze stampa e comunicati a raffica ma scarse soluzioni. Brutta storia. Leggete i seguenti numeri aggiornati a giugno e quindi poco lontani dalla realtà di oggi. In Italia mancano 2.900 medici di famiglia e entro il 2025 se ne perderanno altri 3.400, tenendo conto dei pensionamenti e dei nuovi professionisti in formazione. Mille posti vacanti sono nella sola Lombardia, 482 in Veneto, 349 in Campania, 320 in Emilia-Romagna. Secondo l'analisi dell'istituto di ricerca Gimbe "la progressiva carenza di medici di medicina generale consegue sia ad errori di programmazione per garantire il ricambio generazionale, in particolare la mancata sincronia tra pensionamenti attesi e borse di studio, sia a politiche sindacali non sempre lineari" . La soluzione “tampone” del Governo (Decreto Milleproroghe) con innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni e delle Regioni con l' aumento del massimale, non risolvono la situazione. Sono solo un'aspirina. Avverte ancora Gimbe: "servono programmazione del fabbisogno, tempestiva pubblicazione da parte delle Regioni dei bandi per le borse di studio, attuazione di dinamiche del lavoro in team, attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr (Case e ospedali di comunità, assistenza domiciliare, telemedicina), accordi sindacali sui bisogni della popolazione".

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