Suviana, cause incerte ma si sciopera

La lettera. Risponde Beppe Boni

Di fronte alla tragedia della Centrale di Suviana la prima reazione di due sindacati, ancora con notizie frammentarie e incerte, è stata quella di aggiungere in Emilia Romagna ulteriori quattro ore al già programmato sciopero di ieri, nei servizi sia pubblici che privati. Forse, anche senza forse, sarebbe stato più produttivo e più socialmente rilevante lanciare una campagna di raccolta fondi per i feriti e le famiglie di defunti. Spiace constatare questa mancanza di attenzione e direi di delicatezza che caratterizza l'agire di gran parte della compagine sindacale italiana.

Ciro Gallo

Risponde Beppe Boni

Mezza Italia ha incrociato le braccia dall'Emilia Romagna, alla Toscana all'Abruzzo e in altre regioni per chiedere sicurezza sul lavoro dopo la tragedia di Suviana. Il popolo è sovrano e l'adesione è stata massiccia ovunque. Significa che il problema è urgente, su questo nessun dubbio. La protesta si è articolata con manifestazioni a macchia di leopardo nei territori. A Bologna pare abbiano partecipato 15mila persone. Sorge però un dubbio seguendo la logica dei fatto di Bardi. Non si è ancora compreso cosa sia successo, quali siano state le cause dell'esplosione, non si conosce nei dettagli la geografia delle aziende impegnate nel collaudo dell'impianto anche se Enel ha assicurato che si tratta delle imprese più quotate del settore, serie e preparate. La Cgil si scaglia contro la logica dei subappalti poco chiari, cosa di cui, almeno per ora, non c'è traccia diretta nel caso di Suviana. E allora con questi interrogativi ancora aperti perché scioperare nell'immediato? La sicurezza sul lavoro è una richiesta di civiltà ma se ci si basa sul disastro di Suviana bisogna prima avere le idee chiare. Se si tratta di un concetto generale, peraltro giusto, allora bisognerebbe scioperare tutti i giorni. Adesso è il momento del dolore e forse anziché mobilitare le piazze sarebbe meglio il silenzio.

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