Covid Emilia Romagna, Viale: "Vicini all'immunità di gregge"

I conti dell'infettivologo: tra guariti e vaccinati, 1,5 milioni di persone sono immuni su una popolazione di 4.5

L'infettivologo Pierluigi Viale

L'infettivologo Pierluigi Viale

Bologna, 23 aprile 2021 - Novità importanti per il distrettosanitario  bolognese: sarà il professor Pierluigi Viale a dirigere il nuovo Dipartimento interaziendale per la gestione integrata del rischio infettivo. D’ora in poi le funzioni di Malattie infettive, Microbiologia e Medicina del lavoro confluiscono in un unico dipartimento interaziendale tra Sant’Orsola, Azienda USL di Bologna, Azienda USL di Imola e Istituto Ortopedico Rizzoli per fornire a tutto il territorio metropolitano, a partire dal medico di famiglia, passando dalle Case residenze anziani e Case della Salute, agli ospedali metropolitani, fino ai grandi stabilimenti cittadini il meglio della diagnosi e cura per patologie infettive e l’utilizzo più adeguato dei farmaci a disposizione.

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Lo stesso Viale, componente della cabina di regia regionale per l'emergenza Covid, lascia trapelare una luce di ottimismo: tra persone vaccinate e chi è coperto perché ha già passato il Covid, in Emilia-Romagna "non siamo lontani dall'immunità di gregge. In questa situazione in cui i cittadini danno segnali di stanchezza, i nostri figli sono stufi di stare in casa e le attività rischiano di non riaprire - sottolinea Viale - abbiamo già vaccinato un milione di persone e almeno altri 500.000 hanno fatto la malattia. Quindi sono tutti immuni: parliamo di 1,5 milioni di persone su una popolazione di 4,5 milioni".

A conti fatti, sostiene Viale, "non siamo lontani dall'obiettivo dell'immunità di gruppo". Oltretutto, rimarca l'infettivologo, questo obiettivo "va calcolato soprattutto sulla popolazione fragile". E da questo punto di vista, ad oggi "è stato vaccinato oltre l'80% degli 80enni - conteggia Viale - una quota larghissima dei 70enni e stiamo finendo i soggetti fragili". In poche parole, "sono state messe in sicurezza tutte le persone più a rischio". In questo scenario, dunque, "riaprire è un rischio calcolato - sostiene l'esperto - l'Rt salirà di nuovo, ma a carico dei più giovani che faranno una malattia per lo più asintomatica. Quindi gli ospedali non si dovrebbero caricare di nuovo e dovremmo trovare il giusto equilibrio. Alla luice di questo si può e si deve tentare di riaprire", afferma Viale.