Pronto soccorso Emilia Romagna, Donini: "Rete di ambulatori per i casi meno gravi"

L’assessore: i primi saranno aperti tra poche settimane, così riusciremo a ridurre gli accessi ai pronto soccorso "Ecco altri tre milioni per i medici dell’emergenza"

L'assessore alla Sanità regionale, Raffaele Donini (Serra)

L'assessore alla Sanità regionale, Raffaele Donini (Serra)

Bologna, 6 agosto 2022 - La carenza di medici nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna da tempo si fa sentire. "Dall’ultimo censimento della Simeu del 1° giugno risulta che nel territorio regionale su 855 medici assunti previsti, ne manchino 340, il 40%", osserva Rodolfo Ferrari, presidente regionale della Simeu, la Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza, e direttore del Pronto soccorso di Imola. Alle difficoltà collegate ai camici bianchi mancanti, al personale assente per le ferie o perché contagiato dal virus, si è unito il sovraffollamento. A Bologna gli accessi sono aumentati per il caldo, gli anziani tra i pazienti più presenti, e anche gli elevati contagi Covid hanno fatto aumentare i ricoveri. Ma non sempre i letti nei reparti erano subito a disposizione, così si è creato anche il fenomeno conosciuto come boarding, con tante persone in attesa che si liberasse un posto. 

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Pronto soccorso in emergenza. Quali soluzioni in arrivo?

"Siamo consapevoli dei disagi – ammette Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute –, siamo impegnati per migliorare la situazione. L’accordo per rafforzare la rete assistenziale dell’emergenza-urgenza va in questa direzione, con un impegno di 10 milioni l’anno. Parliamo di provvedimenti concreti, di massimo utilizzo delle nuove tipologie di contratto per favorire l’ingresso degli specializzandi e altro personale medico, ma anche di incentivi economici e valorizzazione delle carriere per rendere più attrattivi gli incarichi, oltre che di sperimentazione di ambulatori gestiti da medici di guardia con il supporto di medici e specializzandi in medicina generale, con l’obiettivo di gestire in maniera sempre più efficace l’organizzazione dei casi meno urgenti. La proposta, rispetto alla quale mi pare di aver riscontrato interesse da parte dei sindacati della dirigenza sanitaria e con i quali continua il confronto per renderla operativa, è di destinare altri 3 milioni di euro ai medici che lavorano nei Pronto Soccorso. Sono risorse trasferite dall’Inail al fondo sanitario nazionale e destinate ai medici dipendenti per l’attività di compilazione dei certificati di infortunio e malattia professionale".

Si prevedono altre manovre?

"Non è una previsione, ci siamo dentro. Siamo all’inizio di un percorso che rivoluzionerà la medicina territoriale. La parola chiave è ’prossimità’, saranno le Case della comunità – vero baricentro della riforma territoriale – a porsi come primo punto per la presa in carico sanitaria, in particolare per i casi di bassa complessità, sgravando i Pronto soccorso. Non smetterò mai di ringraziare il personale sanitario, tutto, per l’impegno e l’immenso livello di professionalità dimostrato".

Gli ambulatori nelle Case della comunità resteranno aperti anche di notte e nei festivi?

"Lavoriamo all’estensione dell’orario, per offrire ai cittadini un punto di riferimento per i casi che non devono essere gestiti in Pronto soccorso. In Emilia-Romagna abbiamo 130 di Case della comunità, a fronte di un totale di circa 500 a livello nazionale. È il segno di un nostro impegno che parte da lontano".

I Pronto soccorso attraggono sempre meno i giovani medici: misure allo studio?

"È una specializzazione complessa, impegnativa, e chi ci lavora deve essere gratificato economicamente e deve anche ricevere la garanzia di turni di lavoro accettabili, operare in condizioni di lavoro sicure e sentire il prestigio di una disciplina su cui i cittadini ripongono le loro aspettative per le risposte ai bisogni urgenti di salute".

Erano previsti ambulatori per codici minori da affiancare ai Pronto soccorso. Perché non sono stati aperti?

"Ancora poche settimane e apriranno i primi ambulatori. Le Aziende stanno ultimando i piani di fattibilità, con l’indicazione del personale che ci lavorerà".

Saranno chiusi i punti di primo intervento per spostare risorse sui Pronto soccorso?

"Valuteremo con i territori ogni eventuale riorganizzazione".