
Il suv dell’Alfa Romeo è sempre nel mirino dei ladri di auto, rubata e trovata bruciata
Fano, 7 giugno 2024 – “La banda del parcheggio” non ha aperto bocca davanti al giudice. Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia (difesi dagli avvocati Pagnini e Specchio) per Matteo Leoncavallo, 33 anni, Michele Romagnuolo, 19 anni e Nicola Dalessandro, 21 anni, di Cerignola (Foggia), ritenuti responsabili di aver tentato di rubare 5 auto e di esserci riusciti almeno in un caso, portando via una Alfa Romeo Stelvio. Avvenne tra il 29 e il 30 ottobre dell’anno scorso, a Fano. La vettura venne ritrovata nelle campagne di Cerignola bruciata e spogliata dei pezzi più pregiati. Ieri il gup ha applicato ai 3 indagati s l’obbligo di dimora nel comune di residenza col divieto di uscire di casa dalle 22 alle 7 di ogni mattina.
Tra le auto prese dai presunti responsaibli, c’è stata quella del dottor Piergiorgio Stortoni, 42 anni, medico ginecologo dell’ospedale di Fano che la notte del raid si trovava di turno in ospedale. “Sono stato contattato dalla polizia – racconta il medico - perché avevano cercato di rubare la mia auto, una Audi A3, che avevo parcheggiato al foro Boario. Era stata spostata solo di alcune decine di metri dopo che i malviventi avevano sfondato il vetro e manomesso la centralina”. Era andato a segno, invece, il furto di un’Alfa Romeo Stelvio parcheggiata su via Bellandra. L’auto, di proprietà di un 45enne, era stata ritrovata “cannibalizzata”, ossia spogliata di tutto dalle ruote ai sedili e incendiata nelle campagne di Cerignola, in provincia di Foggia. Le altre auto che hanno cercato di rubare, dopo aver sfondato il vetro, sono state una Golf e una Volkswagen T Roc parcheggiate in via Petri, un’Audi A3 in via Rossellini, un’Audi Q2 in via Soncino.
Per risalire agli autori dei furti, gli investigatori hanno utilizzato sia il targasystem che le impronte digitali trovate sulle auto confrontandole con quelle del biglietto autostradale sequestrato negli archivi della società autostrade. Attraverso il sistema Targa System, infatti, gli inquirenti sono riusciti a risalire al fatto che i tre viaggiavano a bordo di una Fiat 500 di proprietà di una società di noleggio che oltretutto aveva anche un Gps che ne ha tracciato gli spostamenti da Foggia fino agli indirizzi di Fano in cui si trovavano le auto prese di mira.