TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Caccia e risarcimenti, la CIA Pesaro-Urbino attacca: “Ignorate le nostre proposte"

La nuova legge regionale sulla caccia e il regolamento per i danni da fauna selvatica scatenano la protesta delle organizzazioni agricole. La CIA denuncia l'assenza di concertazione e un sistema “punitivo” per chi lavora la terra.

La presidente CIa Pesaro e Urbino, Sabina Pesci

La presidente CIa Pesaro e Urbino, Sabina Pesci

Pesaro, venerdì 18 aprile 2025  – La nuova Legge Regionale n. 243 sulla caccia, approvata dal Consiglio Regionale delle Marche il 18 giugno 2024, ha sollevato forti perplessità e proteste anche da parte delle organizzazioni agricole. Dopo la manifestazione choc dei giorni scorsi, culminata nella provocazione di Andrea Busetto che si è prelevato 5 cl di sangue per denunciare “l’emorragia” causata all’agricoltura marchigiana dal nuovo regolamento regionale sulla fauna selvatica, intervengono anche le associazioni di categoria. CIA, Confagricoltura e Copagri avevano infatti presentato osservazioni puntuali, chiedendo modifiche concrete al testo normativo. Osservazioni che, come denuncia la CIA Pesaro-Urbino, non sono state prese in considerazione. «Eravamo presenti in aula il giorno della discussione – spiega Pesci – e abbiamo più volte ribadito che, senza l'accoglimento delle nostre proposte, la nuova normativa avrebbe penalizzato pesantemente chi lavora la terra. Così è stato». Al centro della contestazione c'è anche il nuovo sistema di risarcimento danni, definito dalla CIA “complesso, penalizzante e del tutto scollegato dalle reali esigenze del territorio”. Due i principali motivi di dissenso: il metodo e il merito. Nel metodo, perché agli agricoltori viene richiesto di attivarsi in autonomia per richiedere i danni, esclusivamente tramite canali digitali. «Avevamo chiesto che fosse almeno ammesso l'invio tramite PEC – sottolinea la CIA – ma la proposta è stata respinta». Nel merito, perché il regolamento stabilisce che la prevenzione – recinzioni, dissuasori, barriere – deve essere a carico degli agricoltori. In assenza di questi interventi, il risarcimento viene negato. A decidere quali colture necessitano di protezioni e a stimare il valore dei danni sarà una commissione tecnica composta da soli funzionari regionali. «Un'impostazione che esclude le organizzazioni agricole – denuncia la CIA – e svilisce ogni forma di concertazione, mettendo in discussione persino il diritto al risarcimento». Un ulteriore limite arriva dall'inserimento del sistema nel regime “de minimis”, che riduce gli importi erogabili, legandoli alle soglie europee. Una misura che – secondo l'organizzazione – “non tutela affatto gli agricoltori, già colpiti da danni in crescita esponenziale causa da cinghiali e altra fauna”. «Questo sistema non è stato voluto dalla CIA di Pesaro e Urbino – puntualizza la presidente – anzi, lo abbiamo denunciato come un passo indietro. In passato i risarcimenti erano gestiti dagli ATC, con fondi propri, contributi regionali e tecnici locali. Era un sistema vicino al territorio, più equo e trasparente». La CIA ha ribadito la propria posizione anche in forma scritta, con osservazioni inviate alla Regione, e promette battaglia: «Continueremo a far sentire la voce degli agricoltori, chiedendo un sistema giusto, chiaro e costruito insieme a chi ogni giorno presidia il territorio».