Caso Storti: "La sanità collassa per la bandiera politica di Pergola"

Continua a far discutere la scelta del direttore generale di lasciare la guida dell’Ast 1. Marchegiani: "Al Santa Croce manca tutto". Petrucci: "Spiegazioni". La Fano dei quartieri: "Pagheranno i cittadini".

Caso Storti: "La sanità collassa per la bandiera politica di Pergola"

Caso Storti: "La sanità collassa per la bandiera politica di Pergola"

di Anna Marchetti

"Vi sono ospedali senza primari ma si inventano attività per rianimare strutture, come Pergola, necessarie a garantire una bandiera politica, con servizi poco aderenti ai profili assistenziali ed ai protocolli di una sanità moderna ed efficiente. Non si affrontano i problemi della sanità pubblica ma si autorizza una nuova clinica privata a Pesaro". L’affondo è di Stefano Marchegiani, candidato sindaco dei Progressisti, dopo il prepensionamento del direttore generale dell’Ast di Pesaro e Urbino Nadia Storti: "Storti, persona preparata e coerente, non poteva accettare di essere il parafulmine delle vergogne politiche e degli insuccessi dell’assessore leghista, Filippo Saltamartini, e ha quindi deciso di lasciare il pantano del non governo". E ancora, su Fano: "Mancano i primari, i servizi rasentano la chiusura, i dipendenti sono in costante conflitto di ruoli e funzioni tra ciò che era l’azienda Marche Nord e l’Area vasta. L’incapacità di interlocuzione politica del sindaco Seri ha regalato a Pesaro la clinica convenzionata e forse anche i posti letto del Santa Croce. A Fano non esiste alcun indirizzo regionale perché vi sia una casa della salute, ed ancor meno una Rsa per anziani: dobbiamo sperare che la Fondazione Carifano riesca a sensibilizzare la politica perché possa, con risorse della città, realizzare una struttura per le demenze".

Antonio Dottori, per la Fano dei Quartieri, aggiunge: "Nadia Storti forse si è trovata di fronte ad una ‘mission impossible’ e ha scelto di rinunciare". Infine l’ultima possibilità: "Non le sono stati forniti i necessari strumenti per governare al meglio una struttura complessa come la nuova Ast. In tutti i casi le colpe sono da ricercare ad Ancona tra chi decide sul futuro della sanità marchigiana. In ogni caso a sopportare i disagi sarà il personale medico e infermieristico, ma anche gli utenti che troveranno guardie mediche chiuse, pronti soccorso e reparti ospedalieri con personale demotivato e ridotto all’osso, prestazioni ambulatoriali possibili solo dopo mesi e mesi. Senza un piano aziendale non si possono fare assunzioni, programmi né garantire progressioni di carriera. Tutto ciò condurrà ad un ulteriore disamoramento per il proprio lavoro da parte del personale e porterà ad una maggiore fuga verso il privato".

Si rivolge direttamente a Storti, il sindaco di Mombaroccio, Emanuele Petrucci per sapere le ragioni politiche delle sue dimissioni: "E’ vero che c’è stata una frattura con i vertici regionali? Su che cosa? Sui servizi psichiatrici di Muraglia da ricollocare? Sull’atto aziendale? Sulla complessità del cantiere da collocare a Muraglia? Sul ruolo dell’ingombrante privato di Villa Fastiggi? Sulle difficoltà conseguenti alla soppressione di Marche Nord? Sulla mancata nomina del direttore sanitario, figura importantissima nel processo di fusione e nella costruzione del nuovo stabilimento pesarese sostituita a tutt’oggi da un incarico provvisorio? Insomma, cosa è successo? Esigiamo delle spiegazioni".

"Nel corso del suo mandato – replica però l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini – Nadia Storti ha goduto della piena autonomia e del massimo apprezzamento per l’altissima professionalità che ha profuso nella sua attività. Esprimo con gratitudine l’apprezzamento della giunta regionale e il mio personale per il lavoro svolto che per ragioni personali ha ritenuto di chiedere il collocamento in pensione. Informo di aver chiesto alla dottoressa Storti di continuare a dare il suo apporto e la sua esperienza per il miglioramento dei servizi sanitari nelle forme e nei modi che potranno essere successivamente individuati".