
Marco Caviglia, un’autorità. nel riproporre voce e chitarra di Mark Knopfler
di Claudio Salvi
I Dire Straits una delle band più iconiche degli anni Ottanta-Novanta. Il loro sound, le canzoni, hanno conquistato generazioni intere. I tanti estimatori della band avranno un’occasione straordinaria. Il 20 giugno all’aeroporto di Fano si esibiranno infatti i Dire Straits Legacy. Sul palco gli stessi musicisti che hanno registrato e suonato in tour con la mitica band tra cui Alan Clark (tastierista e membro del gruppo fino al ’92); Phil Palmer e Danny Cummings. E poi Mel Collins, Steve Walters (Amy Winehouse, James Taylor, Everything but the Girl, George Michael), Primiano Di Biase e, il frontman Marco Caviglia, considerato un’autorità mondiale nel riproporre voce e chitarra di Mark Knopfler.
Marco Caviglia, come è nata la sua passione per i Dire Straits?
"A 12 anni mio cugino (Roberto Kunstler, autore) mi regalò una musicassetta. Era il 1978 nella compilation c’erano Clash, Bob Dylan, Beatles, Rolling Stones poi improvvisamente Sultans of Swing: è stato subito amore". Gli originali li ha mai visti dal vivo?
"Li ho sfiorati a Londra nel 1983 poi li ho visti nell’ On Every Street tour 91/92: vidi 5 concerti, un’emozione pazzesca. Conobbi anche Mark Knoplfer a Roma".
Chi sono i DSL una band, una cover band o che altro?
"Non è una cover band sicuramente! Si sono membri originali della band. Siamo stati anche con 6 membri originali in una leg americana di qualche anno fa. Diciamo che è la continuazione dei Dire Straits senza Mark che ha scelto di prendere strade diverse. Ma i fans hanno ancora bisogno di ascoltare questa musica live e noi giriamo il mondo da ormai quasi 15 anni proprio per questo motivo".
Come ha fatto a chiamare attorno a sé, quasi tutti i musicisti della band?
"Sono state svariate coincidenze ed è veramente lunga da raccontare. Avevamo iniziato a girare un documentario su questa storia, poi è arrivato il covid". Che effetto le fa stare sul palco con dei grandi musicisti internazionali come loro?
"Una grandissima emozione sempre insieme e una grande responsabilità che si trasforma in grandissimo privilegio. Diciamo che ogni concerto è un sogno che si realizza e io cerco di dare sempre tutto me stesso; il cuore che ho, la passione e l’amore per questa musica".
Che brani proporrete nello spettacolo?
"Tutti i classici dei Dire Straits e anche qualche sorpresa".
L’impronta del concerto è filologica, avete cioè cercato di rendere i brani più fedeli all’originale o c’è del vostro? "Un po’ tutte e due le cose alcune vanno suonate fedelmente al disco, altre possono essere reinterpretate e riarrangiate. E’ veramente un super show suonato tutto dal vivo alla vecchia maniera, senza sequenze o backing tracks"
La strumentazione è la stessa adoperata dai Dire Straits? "Più o meno sì. Diciamo che certe canzoni vanno suonate con certi strumenti (in particolare le chitarre usate da Mark), che sono talmente caratteristici che non si potrebbe fare diversamente".
Lei canta e suona come Knopfler, le è venuto naturale o ha dovuto studiarci sopra?
"Tutto naturale sono nato con questa voce e anche per la chitarra da subito ho iniziato a suonare nel modo in cui suonava Mark. Mi sono visto attentamente le sue esibizioni live; poi è chiaro che da appassionato ho studiato tanto il modo di suonare fingerpicking".
Pensa che potranno mai arrivare a una reunion i Dire Straits?
"No, è impossibile purtroppo, per tante ragioni".
Fate questo tour per beneficenza. Ci dice qualcosa in più?
"Cerchiamo di aiutare l’associazione Paradrenalina che si occupa di aiutare chi ha disabilità cercando di regalare esperienze inclusive come ad esempio il volo e attività simil-avventurose. Noi cerchiamo sempre di fare il possibile".