Concerto col soprano russo, protestano gli ucraini

Contestata l’iniziativa benefica dell’Avsi. Padre Volodymyr: "Troppa sofferenza, si rischia di generare tensione. Meglio preghiere e carità"

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Doveva essere il concerto della pace, una voce simbolica – quelle di due soprano, una russa l’altra ucraina – per dire basta alla guerra. Ma prima ancora di intonare i canti sono iniziati i mal di pancia. Perplessità ha espresso la comunità ucraina fanese sul concerto di beneficenza di venerdì alla Pinacoteca San Domenico, che vede, appunto, protagoniste un soprano dell’Ucraina e uno della Russia. Un’iniziativa promossa da Avsi per raccogliere fondi per i profughi ucraini e che punta a valorizzare la bellezza della musica di entrambi i popoli. Ma è stata letta in tutt’altro modo.

"Gli organizzatori – commenta padre Volodymyr Medvid (in foto, cappellano per gli ucraini greco-cattolici presenti a Fano) – mi hanno invitato ufficialmente, ma io sono negli Stati Uniti. Penso che in futuro per qualsiasi iniziativa sia necessario collaborare insieme per evitare che si creino tensioni e rabbia, soprattutto tra la gente più semplice. Rabbia che poi si manifesta attraverso i social. Non dimentichiamo che ci sono mamme che hanno seppellito i figli a causa della guerra e ogni giorno in Ucraina ci sono funerali. Io stesso quando devo incontrare la mia gente penso cosa devo dire nell’omelia per non provocare le tante madri che piangono per la morte dei loro figli".

"Non abbiamo nulla contro il popolo russo – commenta Alina referente per la comunità ucraina a Fano – ma spero che venerdì ogni soprano canti nella sua lingua: noi ucraini teniamo alla nostra lingua e cultura". Padre Volodymyr fa presente che nel Fanese ci sono ormai quasi duemila profughi, "con sensibilità sono differenti". E ancora: "In questo momento quello che vogliono tutti è che la guerra finisca, poi arriverà il momento del perdono, del cammino insieme, della condivisione dei canti, dello sport e della cultura. Bisogna arrivare alla pace, ma adesso la guerra è in atto e qualsiasi iniziativa che si organizza, non condivisa, rischia di provocare tensioni. In questo momento meglio momenti di preghiera e carità".