
di Silvano Clappis
"I registri contabili malatestiani sono una documentazione completa dal punto di vista cronologico e strutturale che dimostra come la Signoria dei Malatesta sapesse ben gestire la corte e il suo stato, per cui Fano non ha nulla da invidiare, dal punto di vista tecnico e amministrativo, gli altri stati italiani dell’epoca". Così Anna Falcioni, docente all’Università di Urbino e presidente del Centro internazionale di studi malatestiani, ha sintetizzato il lavoro editoriale che verrà presentato questo pomeriggio alle 17,30 nella sala di rappresentanza della Fondazione Carifano. Il volume, il primo della collana "Fonti e studi malatestiani" (Cisam, Spoleto 2021) curato da Massimo Ciambotti e Anna Falcioni raccoglie gli atti del convegno internazionale tenutosi il 6 giugno 2019, con la partecipazione anche di studiosi americani e francesi, la cui stampa e presentazione è stata sempre rinviata causa Covid. Oggi, finalmente, vengono presentate le risultanze del convegno che ha messo in luce come la contabilità dei Malatesta tra il 1300 e il 1400 attraverso il sistema della partita doppia documenti la storia di questa signoria che dominava Fano, Rimini e Cesena anche in relazione con gli altri stati italiani ed europei.
"Si tratta di 113 volumi conservati nell’Archivio di Stato sezione di Fano, di proprietà comunale, - aggiunge Anna Falcioni – che vanno dalla signoria di Galeotto I (1357) a quella di Sigismondo Pandolfo (1463) che mostrano il funzionamento della corte e la conoscenza della realtà cortigiana sotto tutti gli aspetti, politico, economico, commerciale. Documentano spese per i vestiti di nobili, cavalieri e paggi, per banchetti di nozze con le pietanze che rispecchiano un linguaggio ed una etichetta del potere, i commerci della Compagnia del Sale di Fano che esportava il sale di Cervia...".
Un patrimonio culturale unico che va conservato e salvaguardato, tanto che Sara Cambrini, direttrice dell’Archivio di Stato di Pesaro ha annunciato che si sta procedendo alla digitalizzazione dei Codici. "Si sta facendo una fotoriproduzione ad alta definizione a tutela del bene perché la consultazione manuale presenta rischi per la rilegatura e la carta dei documenti – ha aggiunto Sara Cambrini –. Finora ne abbiamo digitalizzati circa un terzo, e una volta completati sarà il Comune di Fano a decidere una loro valorizzazione esterna sul web", mentre Anna Falcioni ha confermato che si proseguirà alla loro traduzione con la grafia moderna per renderli accessibili a tutti.