TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Col paracadute finisce su un tetto. "Ma lo rifarò"

Il racconto della 24enne ticinese Claudia Spinella

Claudia Spinella, 24 anni, ticinese, pochi istanti prima del volo col paracadute finito, per un errore nella manovra di atterraggio, sul tetto di un’abitazione. La disavventura le è costata una distorsione alla caviglia

Fano (Pesaro e Urbino), 31 marzo 2016 - «Per fortuna al corso ci hanno insegnato anche come si atterra sul tetto di una casa... ma credo di dover perfezionare ancora un po’ la frenata». Alla 24enne ticinese Claudia Spinella l’altro giorno è mancata un po’ di coordinazione in volo, ma di certo non difetta in ironia raccontando la disavventura che le è accorsa a Pasquetta nei cieli di Fano, quando il suo primo lancio con il paracadute si è quasi trasformato in dramma.

Puntava la pista dell’aeroporto ma è piombata sul tetto di una casa in via Osimo, in zona Villa Uscenti, accanto al Comet. E’ lì che l’hanno recuperata i vigili del fuoco che l’hanno affidata alle cure dei sanitari del 118.

«Per fortuna niente di grave. Ho solo una distorsione alla caviglia, 10 giorni di prognosi, una specie di gesso e tanta voglia di tornare a Fano per riprovarci – ci racconta dalla sua casa di Vairano, nel Canton Ticino, in Svizzera -. Tornerò alla fine di aprile perché è come quando cadi dalla bicicletta... se non risali in sella subito non lo fai più». E’ energia pura Claudia, commessa in un negozio di mobili.

«Che sfiga – dice –. E dire che ero partita bene. Nella caduta libera ho fatto tutti gli esercizi che dovevo fare. Ero in contatto radio con gli istruttori, solo che il segnale andava e veniva. Nel momento in cui sono rimasta sola sono andata un attimo nel panico. La mia preoccupazione era che non trovavo l’aeroporto. Gli istruttori mi hanno detto che se non lo vedevo o era dietro o era sotto. Infatti era sotto e non lo vedevo. Loro mi davano le istruzioni: ‘vai a destra’ ma mi pareva troppo e allora d’istinto sono andata anche un po’ a sinistra. Quando ho visto che mi stavo avvicinando tanto al terreno non ho avuto paura: da una parte avevo i cavi dell’alta tensione dall’altra i tetti delle case. Ho mantenuto la calma e ho fatto la frenata sul tetto che ci avevano insegnato».

Ma la teoria e la pratica non sempre vanno a braccetto. «Ho dato una gran botta alla caviglia. C’era una signora in strada ed ho cercato di attirare la sua attenzione. Sentendo il botto sono uscite la signora di casa e la vicina. Poco dopo è arrivato anche un ragazzo del centro Skydive. Gli ho chiesto il video del lancio...».

In quegli attimi cosa si pensa? «Mi sono detta ‘ma che sfiga, il primo lancio finisce così. O ci sono i fili o il tetto’. Ho focalizzato il tetto». L’estate scorsa Claudia aveva provato il ‘tandem’, sempre a Fano. Poi... «sono scesa diverse volte per fare questo lancio – conclude – solo che o c’era tempo brutto o troppo vento».

L’altra sera il vento si era calmato giusto in tempo per l’ultimo decollo, quello delle 17.30 che Claudia ha preso dopo aver fatto una selfie scaramantico, inviato agli amici: «Panico, mi sto per lanciare» gli aveva scritto ironicamente.