
"Io, inquilina modello, mi ritrovo per strada"
di Tiziana Petrelli
"Pensavo di riuscire a fare da sola come ho sempre fatto. Ma più si avvicina quella data e più mi prende il panico. Non so più a chi chiedere aiuto. Sono davvero disperata". Piange Sara, mamma single di un ragazzino di 18 anni appena compiuti, al secolo Sladana Lekic, 47enne nata e cresciuta a Belgrado (Serbia) arrivata in Italia 25 anni fa. "Sono fuggita sotto i bombardamenti - racconta la donna - ed ora provo quella stessa paura di morire. Sono così disperata che ho attacchi di panico e brutti pensieri e per questo sono finita anche ricoverata. Mi sento soffocare perché il 20 giugno mi scade il contratto d’affitto e il mio padrone di casa, persona gentilissima, da sei mesi mi ha detto che non potrà rinnovarmi il contratto perché ha dei problemi economici e deve vendere quell’appartamento. E’ gentile e se si trattasse di aspettarmi per qualche giorno di assestamento, ha già detto che non ci sono problemi. Ma qui purtroppo la situazione è nera: a Fano non si trova un solo appartamento libero e disponibile, perché dopo il Covid la gente preferisce tenerli sfitti piuttosto che avere problemi di gente che non paga. Ma io ho sempre pagato regolarmente, 500 euro tutti i mesi da 9 anni. Sono cresciuta con genitori divorziati, per cui ho imparato presto che la prima cosa per dormire la notte è il pagamento dell’affitto. Poi se mangio mangio…".
Sara si è rivolta a tutti. E’ partita dalle agenzie immobiliari, per arrivare alla Caritas passando per i Servizi Sociali di Fano ma avendo un reddito è 80esima nella graduatoria delle case popolari. "Se ci fosse stato un minore a carico sarebbe stato molto diverso - ci spiega l’assessore al Welfare, Dimitri Tinti -, in quel caso l’ente comunale è chiamato a intervenire in qualunque modo perché è primaria la tutela del minore. Anche se noi non disponiamo di alloggi e stiliamo solo le graduatorie per Erap. Non siamo un’agenzia immobiliare, né siamo quelli che devono trovare una casa a chi ne ha bisogno. Noi accompagniamo verso percorsi di inclusione, cerchiamo di mettere in contatto i cittadini con gli altri enti (come la Caritas) e mettiamo a disposizione un fondo di garanzia per i proprietari, nel caso di inquilini che possano rivelarsi poi morosi. Ma in questo caso non c’è neppure morosità, mi pare di capire".
"Io ho un lavoro nella ristorazione - prosegue Sara - e mio figlio, che è molto responsabile, sta cercando un lavoretto per contribuire alle spese. Per cui zoppicando un po’ riuscirei ad arrivare anche a 600 euro al mese. Non possiamo spostarci però da Fano perché altrimenti non potrei mantenere il mio posto di lavoro. Adesso abitiamo in centro storico perché non abbiamo la macchina, ci muoviamo a piedi". Sara non smette di piangere, le lenti degli occhiali si sono tutte appannate. Ma non la mente. "Sono disperatissima - conclude -, perché tantissima gente si è attivata per aiutarmi, ma senza successo. Non si trova nulla. Ormai siamo arrivati davvero a ridosso del 20 e ho tanta paura. Una paura che mi fa mancare l’aria e che la notte, quando sono completamente sola e disperata, mi fa arrivare dei bruttissimi pensieri. Ma c’è mio figlio e non lo posso lasciare orfano, perché siamo soli io e lui".