Lisippo a Fano, la proposta. "Mettiamolo al porto come a New York"

Il progetto di Tarcisio Armanni: fare una mega-statua da 25 metri e Museo

Il geometra Tarcisio Armanni con il fotomontaggio del Lisippo

Il geometra Tarcisio Armanni con il fotomontaggio del Lisippo

Fano, 25 giugno 2018 - Nutre forti dubbi, il geometra fanese Tarcisio Armanni, riguardo alla reale possibilità che il Lisippo possa essere restituito alla città di Fano. In primis per la tenacia del Paul Getty Museum di Malibù che rifiuta fermamente di restituire all’Italia la statua dell’atleta vittorioso, ma c’è anche un precedente che impensierisce Armanni, ovvero l’atteggiamento tenuto dal Museo Archeologico delle Marche nei confronti dei Bronzi di Cartoceto di Pergola (ma più in generale dei beni archeologici conservati nei musei del territorio) «che dovrebbe aver insegnato qualcosa». Non da ultimo perché «una volta a Fano dove verrebbe collocata la statua? Con quali mezzi finanziari verrebbe tenuta alta l’attenzione sul Lisippo?».

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Con la sua matita di geometra ha trovato una soluzione: un edificio di tre piani adibito a Museo del mare, comprensivo di una terrazza panoramica, il tutto sormontato da una statua alta come un campanile al cui interno si snodano una scala elicoidale e un ascensore, per accedere alla testa. Insomma, una statua dell’atleta vittorioso sullo stile della Liberty di New York (alta 98 metri), in miniatura. «La mia idea – dice Armanni – è far realizzare dal Getty Museum una copia della statua del Lisippo alta venticinque metri, da posizionare all’imboccatura del porto di Fano sopra un idoneo basamento (quest’ultimo da realizzare a spese del Comune di Fano col cospicuo concorso della Regione Marche), per essere un punto di riferimento dell’archeologia subacquea e dei tesori nascosti nell’Adriatico dei quali la statua ivi rinvenuta è una palese testimonianza». Per Armanni oltre che divenire «un chiaro riferimento per i naviganti lungo le nostre coste», il Lisippo diverrebbe anche un simbolo: «una statua come messa a fuoco dell’esigenza di valorizzare simbolicamente e permanentemente l’archeologia marinara e ricordare gli antichi naviganti; un preciso riferimento al duro lavoro dei nostri marinai». Per Armanni la battaglia più intelligente da fare «prima di pervenire alla sentenza definitiva, col rischio di perdere ogni speranza di riavere il Lisippo» è quella «di cercare un accordo coi responsabili del Getty».

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Il vantaggio sarebbe doppio: «per Fano, perché rimarcherebbe visibilmente l’appartenenza della statua alla città» e «per il Paul Getty Museum che avrebbe un ritorno di pubblicità e di immagine, custodendo l’originale». Pensa ancora più in grande Armanni: «si potrebbe fare un gemellaggio con Malibù» e persino «porre sulla mano destra della statua un segnale luminoso, una specie di faro, che potrebbe divenire una attrazione unica per Fano, di rilevanza mondiale, dato che le più importanti Compagnie di navigazione che con le loro grandi navi da crociera fanno capo a Venezia, transitano per ben due volte davanti al porto di Fano».

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Un'opera che «potrebbe far affluire a Fano migliaia di turisti all’anno, anche perché si potrebbero realizzare un ascensore ed una scala interni alla statua, per permettere ai visitatori di accedere ad una balconata da ricavarsi nella testa del Lisippo, dalla quale ammirare l’orizzonte».