
Cocaina
Fano, 24 settembre 2019 - «Mezzini» di coca. Ovvero, lo spaccio ai tempi della crisi. Aveva trovato il modo di soddisfare anche i tossici più squattrinati o senza un lavoro. Dalla solita dose (da 0,8 grammi), ne ricavava due, così che con 50 euro anche i clienti coi portafogli più piccoli potevano garantirsi almeno un mezzo sballo. Le confezioni erano mini, ma non il giro. Tanto da finire nell’occhio degli uomini della squadra mobile di Pesaro e di quelli del commissariato di Urbino, i quali, giovedì scorso, hanno fatto scattare le manette intorno ai polsi di M.A., 40enne albanese, incensurato, disoccupato, residente a Mombaroccio, ma che aveva scelto come piazza di spaccio un circolo cittadino a Bellocchi di Fano. Al momento dell’arresto, il pusher aveva addosso 16 «mezzini» di cocaina dal peso totale di 11 grammi. Altri 12, sempre per un totale di 11 grammi, glieli hanno trovati nella sua casa a Mombaroccio, insieme a un involucro con altri 6 grammi di polvere bianca, un bilancino di precisione e 1050 euro considerati frutto dell’attività illecita.
Ieri mattina, dopo la convalida dell’arresto, il gip Giacomo Gasparini ha derubricato l’accusa nell’ipotesi di «piccolo spaccio» (quella più lieve prevista dal quinto comma dell’articolo 73) e rimesso in libertà il 40enne infliggendogli il divieto di dimora in tutto il territorio della provincia. Davanti al giudice, l’albanese (che è difeso dall’avvocato Ina Begici) ha chiesto scusa e provato a giustificare la sua attività illegale. «Ho cominciato a spacciare solo per mantenere mia figlia – ha spiegato – facevo l’operaio ma da un anno ho perso il lavoro. Ho lasciato passare due mesi dal licenziamento senza richiedere l’assegno di disoccupazione e così mi sono trovato senza più soldi. Per questo sono stato costretto a spacciare cocaina».
Un'indagine meticolosa quella che ha portato gli agenti a scoprire il giro del 40enne. Avevano notato che era solito frequentare quel circolo a Bellocchi. Si presentava di solito nel tardo pomeriggio. L’ora del dopo lavoro. Non è stato facile smascherarlo. Gli uomini della Mobile e del commissariato sono però ricorsi a un piccolo trucchetto. Giovedì scorso, si sono vestiti da operai e con quegli abiti da lavoro, indossati per dare meno nell’occhio, sono entrati nel circolo. All’intero, c’erano diversi giovani. Subito hanno fermato M.A. per non dargli tempo di sbarazzarsi dell’eventuale stupefacente che poteva avere addosso. L’agitazione e il nervosismo dell’uomo hanno solo confermato i sospetti. Tra quella che aveva con sé e quella ritrovata nella sua abitazione, in totale sono 28 le dosi di «mezzini» sequestrate per circa 28 grammi complessivi di cocaina. «Lo scopo di questo confezionamento – spiega la Questura - è soddisfare anche i soggetti con limitata disponibilità economica, soggetti sempre più numerosi viste le attuali difficoltà nel trovare o svolgere un’attività lavorativa».
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