Rapina al supermercato di Pergola, cassiera minacciata con la pistola

Alla vigilia di Pasqua colpo alla Coal. Arrestati due cugini

La pistola della rapina al supermercato

La pistola della rapina al supermercato

Pergola (Pesaro e Urbino), 14 aprile 2020 - A Pergola neppure il Covid scoraggia i delinquenti. Rapina a mano armata, nella sera della vigilia di Pasqua, al supermercato Coal di via Martiri della Libertà. “Noi per fortuna non c’eravamo - racconta il titolare Giampiero Manoni - e devo dire che la nostra dipendente è stata davvero in gamba a gestire la situazione”. Era l’orario di chiusura quando nel supermercato semivuoto (c’erano solo la cassiera e un anziano cliente che all’ultimo si era accorto di non aver acquistato l’uovo di Pasqua per i nipoti) è entrato un quarantenne corpulento, alto circa 1 metro e 80 centimetri, travisato con la mascherina chirurgica che gli copriva naso e bocca, gli occhiali da sole, una felpa grigia con il cappuccio calzato in testa ed una pistola in mano.

Stai tranquilla, stai buona, non ti succede niente, non urlare... i soldi…. subito” ha urlato alla cassiera puntandole addosso la pistola. La 34enne, sotto la minaccia di quell’arma che sembrava in tutto e per tutto vera, ha assecondato quell’uomo. “Quando non le conosci le armi, conviene prenderle per vere e fare quello che ti dicono - prosegue Manoni -. E così la dipendente gli ha dato l’intero incasso”. Ci sono due casse al Coal di Pergola. La cassiera ha aperto il cassetto dell’unica che era stata in attività, in quella stranissima vigilia di Pasqua finita ancora peggio di com’era cominciata. Ma il rapinatore non si è fidato di lei e le ha fatto aprire anche l’altra, che era effettivamente vuota.

Al sopraggiungere di un altro commesso, è subito intervenuta la richiesta del rapinatore indirizzata a tutti i presenti di sdraiarsi a terra, poi con il malloppo (1.100 euro in piccoli tagli da 5, 10 e 20 euro) in tasca è uscito in strada, dove ad attenderlo c’era un complice, alla guida di una Lancia Y Elefantino, grigia anch’essa. Sono scappati a grande velocità, ma la loro fuga è durata neppure un’ora. Le telecamere di videosorveglianza del supermercato e la conoscenza del territorio (e delle persone) dei militari della Stazione Carabinieri di Pergola, hanno fatto immediatamente scattare le manette attorno ai polsi di due cugini, un 43enne ed un 36enne di Pergola.

Quest’ultimo, infatti, per commettere la rapina, aveva usato la sua stessa auto. E così non ha fatto in tempo a rientrare a casa che i carabinieri hanno suonato al suo campanello. In un cassetto della camera da letto i militari hanno trovato più della metà dei soldi rubati poco prima (700 euro). L’altra parte dell’incasso rubato (400 euro) l’hanno rinvenuta invece appallottolata nella tasca destra dei pantaloni del complice, quando diverse ore dopo ha provato a rientrare a casa anche lui. A certificare le loro gravi responsabilità i messaggi intercorsi tra i due tramite la piattaforma WhatsApp nelle ore che hanno preceduto l’evento; messaggi dai quali è emerso il loro incontro e dai quali si comprendono seppure in maniera velata i loro propositi criminosi. Le evidenze raccolte su entrambi, con piccoli precedenti penali, hanno permesso di dichiararli in stato di arresto e di tradurli subito presso il carcere di Villa Fastiggi.

Le accuse sono “concorso in rapina aggravata” e “porto abusivo di armi”. “Ringrazio ed elogio i carabinieri per la risposta veloce che hanno saputo dare - il commento di Manoni -. Sono stati molto bravi e questo mi rasserena. Certo sono un po’ preoccupato per la mia dipendente, perché anche se ha mantenuto i nervi saldi, non penso proprio che sia una passeggiata trovarsi in una situazione del genere. Spero che si riprenda presto”. Intanto ieri, nei pressi dell’abitazione del 36enne di Pergola, all’interno di una piccola rimessa situata nel cortile della sua abitazione, ma di proprietà di un vicino, è stata trovata all’interno di un passamontagna la pistola del tipo Beretta, finta ma in ferro, quindi perfettamente identica al modello reale; nascondiglio lontano da occhi indiscreti e con ogni probabilità scelto in quanto raggiungibile ma non a lui direttamente riconducibile.

Le indagini sin dal primo intervento sono state dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro: stamane, all’esito dell’udienza di convalida richiesta dal Sostituto Procuratore della Repubblica titolare delle indagini, dottoressa Valeria Cigliola, per entrambi è stata confermata la misura cautelare del carcere. Un fatto grave per la comunità pergolese, che ha avuto però una risposta importante e immediata da parte dei carabinieri della Compagnia di Fano, impegnati in questi giorni, con il dispiego massimo delle forze a disposizione, a garantire il rispetto delle misure anti-contagio, ma sempre pronti a perseguire qualsiasi forma di illegalità.