Trent’anni di alzatacce e sorrisi. Festa per le sorelle del Caffè Marconi

Era il 24 marzo 1994 quando Nicoletta e Loretta Subissati rilevarono l’attività nella piazza dietro il Comune di Fano. "Abbiamo visto passare tre sindaci e tanti dirigenti. I clienti non ci hanno abbandonato nemmeno in pandemia"

Uno staff tutto rosa al Caffè Marconi, da sinistra: Noemi La Rosa, Loretta e Nicoletta Subissati e Patrizia Letizi

Uno staff tutto rosa al Caffè Marconi, da sinistra: Noemi La Rosa, Loretta e Nicoletta Subissati e Patrizia Letizi

Fano, 24 marzo 2024 – “Quando decidemmo di rilevare questa attività, che veniva da una lunga serie di fallimenti, tutti ci diedero delle pazze. Ma dopo 30 anni siamo ancora qui a servire caffè e sorrisi". Era il 24 marzo 1994 quando le sorelle Nicoletta e Loretta Subissati decisero di rilevare da un pesarese che lo aveva acquistato due mesi prima, il Caffé Marconi nell’omonima piazza dietro il Comune.

"All’inizio è stata molto dura perché la gente che passava qui davanti, tirava dritto in via Nolfi - raccontano le due sorelle nella vita, socie negli affari -. Quando siamo arrivate la situazione era disastrosa, perché al di là della gestione di Silvana (con il bar Acapulco) che ha lavorato qui per 5 anni, si erano susseguiti una marea di fallimenti. All’inizio c’è stato dietro tanto lavoro, senza riuscire a guadagnare nulla. Ma piano piano, un cliente alla volta, abbiamo creato il nostro pacchetto e siamo cresciute".

Nel mezzo, tanta fatica ma anche gioie. "Eravamo poco più che ventenni - proseguono -. Nel frattempo ci siamo sposate, sono nati bambini, sempre lavorando. Arrivare a tagliare questo traguardo è stato possibile grazie all’aiuto di collaboratrici fantastiche, quelle che ci sono adesso, Patrizia e Noemi, ma non possiamo non ricordare Olivia e la Lilly. E chiaramente senza la nostra famiglia non saremo andate da nessuna parte. Perché quando per 30 anni ti svegli la mattina alle 4, stai minimo 12 ore fuori casa, devi avere dietro una famiglia che ti supporta, altrimenti prima o poi il marito si stufa e i figli fanno i cavoli loro. Invece, ringraziando Dio, la nostra situazione è ben diversa".

Pensieri e preoccupazioni, come in ogni impresa, non sono mancati. "Il periodo più brutto è stato il Covid che ci ha dato una botta dalla quale pensavamo di non riuscire a tirarci su. Invece alla fine abbiamo superato anche quello, grazie ai nostri clienti. Perché la gente aveva voglia di ricominciare, voleva che tutto tornasse come prima… i clienti venivano anche se non si poteva entrare per le restrizioni: prendevano il caffè e il cappuccino fuori, da asporto, che non era neanche piacevole. Però venivano per sostenerci. Sono momenti che rimangono impressi nel cuore".

Tra i momenti belli di questa gestione, le sorelle Subissati ricordano il punto di svolta. "Noi lavoriamo molto con il Comune, abbiamo visto passare tre sindaci e tanti dirigenti, conosciamo tutti gli spostamenti di uffici… ci sentiamo un po’ ’macchina comunale’ anche noi. Tanto più che tra i ricordi più belli di questi 30 anni c’è il pensionamento della Floriana, una ragioniera del comune che ci chiese di fare un rinfresco di sopra. E’ stato il nostro primo catering importante, erano tantissime persone. Ci ha dato fiducia e l’abbiamo ripagata bene perché è uscita una bellissima festa. Poi da lì sono partiti tanti matrimoni in Comune e altri pensionamenti".

Il segreto del successo? "Noi amiamo questo lavoro. L’abbiamo sempre fatto ( prima di aprire il loro bar, lavoravano in quello dell’Ospedale, ndr ) e ci aggiorniamo in continuazione. Se non ami ciò che fai non riesci a reggere il peso. Ma è così bello vedere passare da qui la diversità della gente, vederla entrare magari arrabbiata o delusa e con un semplice caffé servito con un sorriso e una parola giusta, addolcirsi".