Erano stati accusati di una bancarotta milionaria legata al calzaturificio Dea Group di Fermo, ma soltanto due degli imputati sono risultati colpevoli. Il terzo, invece è stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. Alla era finito l’amministratore unico delle società, Rossella Chiarelli, 56 anni di Sulmona, che è stata condannata a un anno e cinque mesi, mentre il presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda, Giacomo De Angelis, 59 anni di Fermo, aveva patteggiato la pena già prima del processo. E’ risultato invece estraneo ai fatti Secondo Cruciani, 71 anni di Montegiorgio, considerato dagli inquirenti l’amministratore di fatto e la mente della bancarotta. I primi due erano difesi dagli avvocati Roberto Di Loreto e Stefano Girotti. Cruciani era invece rappresentato dagli avvocati Enrico e Massimo Di Bonaventura. "Siamo pienamente soddisfatti – ha commentato all’uscita dall’aula l’avvocato Enrico Di Bonaventura - della sentenza emessa da tribunale di Fermo, che ha accolto completamente la tesi difensiva addivenendo all’assoluzioni del nostro assistito per la sua estraneità alla fattispecie di reato contestato. La vicenda lo aveva visto coinvolto in qualità di amministratore di fatto della società fallita, ma il castello accusatorio è stato smontato dimostrando che Cruciani era estraneo ai fatti". Secondo gli inquirenti i tre, in concorso tra loro, avevano indicato nel bilancio d’esercizio ricavi fittizi derivanti da crediti inesistenti per fatture da emettere di altre società per un totale di oltre 300mila euro.
Tale operazione aveva permesso alla Dea Group di esporre un utile di esercizio a fronte di una consistente perdita reale di molto superiore ai 200mila euro. Chiarelli e Cruciani erano stato accusati di aver distratto e dissipato il patrimonio dell’azienda, nel frattempo fallita, al fine di creare pregiudizio ai creditori. Oltretutto gli amministratori della società, all’epoca dei fatti, erano ricorsi ad una falsa fattura di vendita per poi scontarla presso un istituto di credito fermano. Inoltre gli imputati avevano fatto scomparire la somma di 70mila euro utilizzata per l’acquisto di alcuni bond.
Fabio Castori