
Cambia la ragione sociale della Farmacia Comunale, da spa a srl: un passaggio che per il Comune comporta minimi, ma significativi cambiamenti. Fermo restando che rimane confermata l’intenzione di alienare il 20% delle quote di proprietà pubblica, con tale modifica l’ente non corre il rischio di vedere diminuire gli introiti annuali extra tributari (si aggirano sui 20mila euro) che gli derivano dalla Farmacia Comunale e, per di più, ha la garanzia di avere comunque un proprio rappresentante nel cda. Il fatto è che, in città, al momento, esistono ben quattro farmacie, tre nel centro abitato e una, inaugurata di recente, nel quartiere di Villa Luciani: tante per circa 13mila abitanti. "L’ apertura di quest’ultima attività è di per sé una notizia positiva ma – ha ammesso il consigliere con delega al bilancio, Ermanno Vitali in consiglio comunale – la fetta di mercato va giocoforza a ridursi per le altre farmacie che operano in città.
In particolare, per quanto riguarda l’ente, questa trasformazione della società potrebbe contribuire ad evitare che i dividendi che attualmente introitiamo possano essere ridotti rispetto al passato". Dal canto loro, i privati proprietari dell’80% della società Farmacia Comunale si sono fatti quattro conti ed hanno avanzato la proposta di diventare una Srl per ridurre alcuni costi gestionali, eliminando ad esempio, l’obbligo del Collegio Sindacale (organo di controllo ora gestito da tre professionisti).
Tenere d’occhio le spese, per i soci maggioritari della srl significa anche dover fare i conti con il canone di locazione della nuova e più ampia sede (in via Fermana Nord): inizialmente, l’uso di quegli spazi era gratuito, ma ora viene chiesto un affitto. La minoranza ha avanzato alcune obiezioni di tipo procedurali, ma alla fine il punto è stato votato e approvato con i soli voti della maggioranza. A proposito della nuova farmacia ‘San Serafino’, a Villa Luciani, al momento del taglio del nastro, gli amministratori hanno sottolineato l’importanza dell’avvio del nuovo servizio destinato a diventare strategico per chi vive e lavora nel quartiere che finora ne era sguarnito.
Marisa Colibazzi