Frode informatica nel calzaturificio: a processo

Quattro persone sono finite davanti al giudice anche per sostituzione di persona

Migration

Sostituendosi all’amministratore delegato di un calzaturificio, insieme con altri tre complici, era riuscito ad accreditarsi ben 68mila euro, e se non fosse stato per una celere indagine dei carabinieri, avrebbe continuato a prosciugare i conti dell’azienda.

Il truffatore e la sua banda erano stati smascherati dai militari della stazione di Monte Urano che, a conclusione di una delicata e prolungata attività investigativa, avevano denunciato alla Procura di Fermo tre uomini di nazionalità italiana e una donna di nazionalità albanese, tutti residenti nelle province di Napoli e Caserta.

I quattro, che sono stati rinviati a giudizio, ora dovranno comparire alla sbarra per rispondere dei reati di frode informatica e sostituzione di persona in concorso. Il quartetto di malviventi, già noti alle forze dell’ordine, mediante un metodo ben collaudato era riuscito a clonare la sim telefonica in uso ad un calzaturificio di Monte Urano e, tramite quella sim, sostituendosi all’amministratore delegato, avevano effettuato diverse operazioni accreditandosi sui propri conti correnti, una somma complessiva di denaro pari a 68mila euro.

Dopo aver ricostruito il modus operandi della banda i carabinieri erano risusciti a recuperare anche una parte di quella somma, circa 30mila euro. In pratica era stato possibile riavere indietro solo una parte del denaro trafugato, ovvero i soldi derivanti dagli accrediti illegittimi effettuati su conti correnti italiani. Per la parte più consistente della somma, accreditata su conti correnti esteri, purtroppo non c’era stato nulla da fare in quanto le procedure di recupero erano state attivate quando il denaro era già stato prelevato dal conto, probabilmente da ignoti complici stranieri che non era stato possibile identificare.

fab. cast.