
Il sindaco Paolo Calcinaro finito più volte nel mirino durante l’ultimo consiglio comunale
Nervosismo politico-istituzionale in Consiglio comunale a Fermo. È l’analisi del Partito Democratico di Fermo, dopo l’appuntamento in consiglio ufficialmente convocato per discutere di bilancio e si è rivelato di fatto il primo passaggio politico in vista delle future elezioni amministrative: "La gestione della cosa pubblica, anche quando si tratta di amministrare un Comune, non può prescindere da valori e ideali che appartengono a determinati orizzonti politici, spiegano gli esponenti del Pd, eppure si è cercato di far apparire l’azione amministrativa asettica, adottando equidistanze di facciata e una spesa disordinata. Nel corso dei suoi due mandati, Calcinaro ha potuto fare leva su un’espansione inedita delle risorse pubbliche per avviare cantieri e progetti con ritmo febbrile, ma molte di queste "cattedrali nel deserto", prive di qualsiasi programmazione strategica, sono nate più per incassare finanziamenti che per rispondere ai bisogni reali, e graveranno sui futuri amministratori con oneri impensabili di gestione e manutenzione. Sono davvero queste le priorità per una Fermo più moderna e resiliente?".
Il Pd commenta anche la presa di distanza della lista ’Fermo la città che vogliamo’ dalla propria assessora, Micol Lanzidei, e da alcune scelte dell’amministrazione, unita al suo progressivo isolamento nella maggioranza: "Situazione che conferma lo sfaldamento di un modello civico che si regge tutto attorno alla sola figura del primo cittadino. Parte della maggioranza ha ormai scelto con chiarezza il campo: quello della destra, sposando le politiche della giunta Acquaroli, col cosiddetto "Modello Marche", responsabile del deterioramento di tutti gli indicatori socio-economici della nostra regione e del progressivo smantellamento del servizio sanitario marchigiano. Ha contribuito a rendere ancora più palese questo scollamento dalla comunità fermana, come più volte denunciato, l’intervento di un consigliere di maggioranza, che in un momento di sfogo ha affermato che "del consiglio comunale non importa niente a nessuno" e che "in cinque anni non si è mai detto nulla di importante". Parole che sanciscono lo svuotamento del ruolo istituzionale del consiglio, trasformandolo in una mera formalità decisionale affidata a pochi e sempre più distante dai reali bisogni dei cittadini".
Il Pd ricorda alcune delle scelte portate avanti in questi anni, dal mancato acquisto dell’area di Santa Lucia, alla pianificazione urbanistica di Campiglione, "pensata su misura per pochi e non per l’interesse collettivo; il silenzio assenso alla centrale a biometano a San Marco alle Paludi, a discapito della trasparenza e della partecipazione; e infine l’ipotesi di abbattere il Circolo Tennis per far posto a una nuova piastra commerciale, a soli 500 metri dalla futura Coop".