REDAZIONE FERMO

Inchiesta sulle frodi del superbonus. L’ingegner Cesarini accusa Perricciolo

Il professionista elpidiense sentito ieri dai giudici, l’avvocato Valori: "Ha spiegato la sua posizione . Notate le difformità aveva chiesto al veregrense di sistemarle e di rinunciare alle agevolazioni del 110".

L’avvocato Federico Valori

L’avvocato Federico Valori

"Il mio assistito ha chiarito la sua posizione spiegando che, una volta notate le difformità, aveva chiesto a Pericciolo di sistemarle e di rinunciare ai superbonus. Sulla base di queste affermazioni abbiamo chiesto la revoca degli arresti domiciliari". A parlare è l’avvocato Federico Valori, legale di Davide Cesarini, l’ingegnere 57enne di Porto Sant’Elpidio arrestato dalla Guardia di Finanza nel corso dell’operazione con la quale è stata sgominata un’organizzazione capeggiata da 44enne veregrense di origini calabresi, Salvatore Perricciolo. Ieri si è svolto l’interrogatorio dell’indagato, che ha deciso di parlare e di difendersi davanti al gip del tribunale di Fermo Teresina Pepe. Cesarini, che si trova ai domiciliari con l’accusa di falso ideologico e truffa aggravata, ha spiegato qual è stato il suo ruolo nelle vicende che gli sono state contestate dagli inquirenti e si è soffermato in particolare sul suo rapporto con Perricciolo.

"Il nostro assistito – spiega l’avvocato Valori - ha svolto pratiche edilizie per le due imprese finite nel mirino delle Fiamme Gialle e inizialmente aveva rapporto solo con l’amministratrice delle ditte, ovvero la moglie di Perricciolo. Poi, con il passare del tempo, si è reso conto di avere a che fare con Perricciolo stesso. Le pratiche Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per avere le agevolazioni fiscali le ha firmate così come gli erano state sottoposte da Perricciolo. In seguito Cesarini si è reso conto che le certificazioni non corrispondevano alla realtà e ha fatto di tutto perché Perricciolo rinunciasse ai crediti non in regola. Cosa che in parte Perricciolo ha fatto, come risulta dagli atti. Va precisato che ogni credito è stato utilizzato esclusivamente da Perricciolo e dalle imprese che fanno capo a lui".

Il legale di Cesarini ha chiesto la revoca della misura o una misura meno afflittiva e il giudice si è riservato di decidere. "Attendiamo il parere del pm, Eugenia Sinigallia – sottolinea Valori - riguardo la nostra istanza. Siamo fiduciosi e ci auguriamo che la misura cautelare emessa nei confronti del nostro assistito non sia più necessaria".

L’ingegnere Cesarini secondo gli inquirenti avrebbe presentato all’Enea le certificazioni per gli ecobonus, con informazioni false e attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese. L’organizzazione capeggiata da Perricciolo avrebbe sfruttato queste false attestazioni per richieste di superbonus pari a 12 milioni di euro.

Ieri è stato anche il giorno dell’interrogatorio di Zofia Poradzisz, la 43enne moglie di Perriciolo, difesa dall’avvocato Anna Indiveri. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Fabio Castori