La festa della Liberazione: "Grazie a chi ha lottato per noi"

L’Anpi ricorda: "Almeno 600 i fermani che hanno scelto di posare le armi dopo l’armistizio dell’8 settembre e per questo furono deportati e uccisi".

La festa della Liberazione: "Grazie a chi ha lottato per noi"

La festa della Liberazione: "Grazie a chi ha lottato per noi"

Bella ciao è quasi un sussurro, accompagna il corteo dopo la deposizione della corona di alloro sulla facciata di Palazzo dei Priori, a ricordare tutti quelli che hanno speso il loro sangue per la libertà. È il canto degli italiani che hanno scelto la parte giusta in cui stare, hanno riscattato il paese, hanno chiuso una storia che durava da 20 anni e che aveva riempito della violenza fascista le strade, le scuole, ogni respiro. Il presidente dell’Anpi di Fermo, Paolo Scipioni ricorda che oggi fanno 79 anni dalla liberazione dal nazifascismo e il pensiero va all’ultimo partigiano fermano, Mario De Benedictis, che si è spento un anno fa e che era l’ultimo testimone diretto. L’Anpi ricorda la medaglia d’oro alla Provincia di Fermo per la resistenza civile, conferita un anno fa, l’impegno a curare la memoria da parte dell’associazione prosegue con le storie degli internati militari italiani, almeno 600 i fermani che hanno scelto di posare le armi dopo l’armistizio dell’8 settembre e per questo sono stati deportati, imprigionati, uccisi. La resistenza è stata una cosa seria, ricorda Scipioni, "una cosa importante, ha aperto le porte alla libertà, alla democrazia, alla repubblica, alla Costituzione che per sua natura è antifascista in ogni parola, dopo 20 anni di bastonate, olio di ricino, del confino per oppositori e omosessuali, di Matteotti, delle leggi razziali, tutte cose che non possiamo dimenticare". Il sindaco Paolo Calcinaro aggiunge: "Siamo qui per ricordarci la nostra matrice antifascista, siamo qui per ricordare come il 25 aprile sia una giornata con cui la nostra nazione ha marcato la lontananza e l’aberrazione rispetto al nazifascismo, parliamo dell’Italia antifascista e questo è un punto fermo e intoccabile". Primo 25 aprile a Fermo per il prefetto D’Alascio: "Il 25 aprile costituisce una data simbolo, che si inserisce nel solco tracciato già tempo prima dalle donne e dagli uomini che con la Resistenza hanno lottato strenuamente per assicurare la libertà alle generazioni future. Dobbiamo fare memoria del principio fondante del nuovo Paese: la centralità della persona, fulcro e pilastro dello Stato di diritto, della nostra Repubblica democratica, con una netta cesura rispetto a quanto accaduto nel periodo fascista".

Orgoglioso per la medaglia al territorio fermano si è detto il presidente della Provincia Michele Ortenzi: "L’augurio è che questa festa sia sempre più riconosciuta e vissuta da tutti gli italiani, pare che quattro italiani su 10 non conoscano la storia e il valore di questo giorno, la politica tende a farci dividere su questo". Emozionanti i piccoli della scuola Pagani di Monterubbiano che hanno portato un brano nel quale chiedono ai grandi perché mai si rimettono sempre a fare la guerra e se hanno dimenticato come si fa a fare la pace. Sono stati poi premiati i ragazzi della classe 3 G dell’indirizzo montessoriano della scuola media Nardi, nel nome di Ada Natali, presente la nipote Fabrizia Maurici. Con gli studenti il dirigente Vespasiani e la docente Marianna Cinti che li accompagneranno in visita d’istruzione a Roma, a visitare le Fosse Ardeatine e via Tasso, ospiti dell’Anpi e della Coop, per un’esperienza che non si dimenticherà. A chiudere la giornata le parole di Greta Lattanzi, a nome degli studenti che si riconoscono nel collettivo Noisette, che ha sottolineato: "Siamo ora e sempre antifascisti, non è trascorso neppure un secolo eppure il nostro paese sembra aver dimenticato quello che il fascismo ha provocato".

Angelica Malvatani